La proposta di partire per il Brasile ha raggiunto don Alberto Dinello nel cuore dell’estate, «proprio mentre mi stavo preparando a vivere il settimo anno da parroco in solido nell’unità pastorale San Pio X-Madonna della Pace, a Vicenza». A sorprendere il prete vicentino ci ha invece pensato il vescovo Giuliano Brugnotto, che tramite il segretario don Cristiano Mussolin ha contattato don Alberto per un incontro. «Pensavo che avremmo parlato di un cambio di parrocchia» e invece è arrivata la proposta di partire per Boa Vista, nella diocesi brasiliana di Roraima, all’estremo nord ovest del Brasile.
«Non immaginavo una proposta di questa portata – confida don Alberto -. Da quel momento ho cercato di capire cosa tutto questo voleva dire. Ne ho parlato con i missionari fidei donum attualmente in Roraima, ho ascoltato le loro esperienze e impressioni, mi sono confrontato con il mio padre spirituale e con l’altro parroco dell’Up San Pio X-Madonna della Pace, don Marco Sterchele». Don Alberto è stato così travolto «da un turbine di emozioni e stati d’animo diversi – racconta -. Da una parte ho sentito una “spinta”, un desiderio di provarci. Dall’altro mi costa lasciare relazioni, esperienze, legami grandi con l’unità pastorale. I primi anni dell’Up, nata nel 2018, sono stati un po’ sofferti, ma ora c’è una bella sintonia tra le comunità, con don Marco Sterchele e con don Flavio Grendele, collaboratore pastorale residente da anni a San Pio X».
Alla fine don Alberto ha accolto la proposta del Vescovo e da una decina di giorni sta frequentando il Centro unitario per la formazione missionaria (Cum) di Verona, «la cui frequenza è obbligatoria per attivare la convenzione fidei donum della Cei – spiega don Alberto -. Domenica 14 settembre nelle parrocchie dell’Up è stata letta la lettera che ufficializzava la nomina. Il saluto alle comunità sarà in ottobre e la partenza vera e propria in gennaio».
Con il Brasile don Alberto ha avuto solo contatti telefonici con i missionari nelle ultime settimane. «Da uno che non conosce nulla, ho capito che c’è un clima di fraternità e collaborazione con il clero e il vescovo locale, con le suore Orsoline e con i fidei donum di Padova e Treviso. Il fatto di non essere da solo è incoraggiante. Don Lorenzo Dall’Olmo mi ha detto che partendo per la missione si cambia vita, cambia il modo di essere prete e di celebrare, cambia il contesto religioso e culturale… Sarà necessario un bagno di umiltà nel primo periodo perché si dipende dagli altri, anche per la lingua. Però lo vedo come un regalo grande nel quale buttarmi. Sento il desiderio di mettermi alla prova».
Per un fidei donum che parte ce n’è un altro che si prepara a rientrare. Don Enrico Lovato, 55 anni, è arrivato a Boa Vista nel gennaio del 2015. «Ora è difficile dire cosa hanno significato questi anni, perché la notizia del mio rientro è ancora fresca – racconta don Enrico dal Brasile -. Ho chiesto io di rientrare, perché il servizio come fidei donum è a tempo e mi sembra giusto che come cambiano i parroci cambino anche i missionari, così da consentite anche ad altri di vivere questa esperienza. In questi mesi rimarrò a Boa Vista. Non ci sono molte valige da preparare, sono di più i ricordi e le cose belle sulle quali avrò bisogno di tempo per pensare e meditare».
Andrea Frison
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