Emergenza Mozambico, scatta l’ora della solidarietà. Questa mattina l’Ufficio missionario diocesano ha avviato una raccolta fondi tramite bonifico bancario. Di seguito le coordinate:
Intestatario: “Diocesi di Vicenza – Ufficio per la pastorale diocesana”
Iban: IT14L0306911894100000005985
Causale: “Emergenza Mozambico”.
È uno dei segni della «solidarietà concreta che la Diocesi si impegna ad esprimere nei confronti non solo dei missionario vicentini ma di tutta la comunità di Beira», ha detto il Vescovo nella serata di ieri.
Intanto nella mattinata di sabato si svolgerà una riunione di emergenza in curia assieme al Vescovo per decidere e coordinare ulteriori iniziative di solidarietà.
«La situazione è tragica – afferma il direttore dell’Ufficio missionario Agostino Rigon -. Siamo tutti uniti nella preghiera e nel sostegno ai nostri missionari, non solo i fidei donum vicentini. A Beira è un’ecatombe. Non c’è acqua potabile, non c’è luce, le comunicazioni sono a zero ed è prevista pioggia per altri quindici giorni. La città è allagata. È stata divelta la torre di controllo dell’aeroporto, riescono ad atterrare solo aerei per l’emergenza in autonomia. Sta diventando difficile trovare cibo e medicine l’ospedale è bloccato».
Nonostante le difficoltà «È questo il momento di stare lì, per sostenere il Vescovo e le comunità», afferma Rigon.
In Mozambico ultime ore di energia, poi il black out
«Si stanno scaricando i telefonini. Per mettere in funzione il gruppo elettrogeno ci vuole benzina, ma tutti i distributori della città sono chiusi. Vedremo cosa si potrà fare. Ma state sereni, che stiamo bene». Torna a farsi sentire don Maurizio Bolzon, missionario fidei donum vicentino in questo momento a Beira, nel Mozambico piegato dal ciclone Idai.
«Stiamo tutti bene, ma è stato orribile – racconta ancora il missionario vicentino nel messaggio inviato alla redazione de La Voce -. Tutta la città è a pezzi. Tre tetti su 4 sono spariti. Moltissime case distrutte. E in più piove. Non c’è luce, né acqua. Solo stamattina una compagnia di telefoni ha ricominciato a funzionare. Ma potrebbe non durare… Non chiamate, perché è difficile rispondere… Ma stiamo bene, grazie a Dio. Un abbraccio. Ciao».
In Mozambico sono presenti due missionari fidei donum vicentini, don Maurizio Bolzon e don Dario Vivian, che assieme al fidei donum della Diocesi di Rovigo don Giuseppe Mazzocco collaborano con la Diocesi di Beira, retta dal Vescovo, vicentino a sua volta, mons. Claudio Dalla Zuanna. Oltre ai fidei donum, in Mozambico sono presenti le congregazioni vicentine delle suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria e della Pia Società di San Gaetano, oltre che dei Saveriani.
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La testimonianza di don Maurizio Bolzon
«Stiamo tutti bene ma è il disastro più totale, non c’è una casa con il tetto. E continua a piovere». È la drammatica testimonianza di don Maurizio Bolzon, missionario fidei donum vicentino a Beira.
Le prime immagini da Beira
Strade allagate, case scoperchiate, alberi abbattuti. Sono le drammatiche immagini arrivateci da Beira tramite alcuni contatti tra la popolazione locale.
“I nostri missionari stanno bene”
«Stanno bene» i missionari vicentini a Beira, in Mozambico, città che si stima distrutta per il 90 per cento a causa del ciclone Idai. Lo afferma il vicario generale don Lorenzo Zaupa, che si è messo in contatto con i nostri fidei donum nelle scorse ore. «I missionari vicentini stanno bene ma la città è stata completamente distrutta», riferisce il vicario generale.
Ciclone in Mozambico, Beira in ginocchio
Un violento ciclone denominato “Idai” si è abbattuto in questi giorni su tre stati africani, Mozambico, Zimbabwe, e Malawi, dove ha causato, in un bilancio complessivo provvisorio, almeno 157 morti (126 tra Mozambico e Malawi, 31 in Zimbabwe), centinaia di dispersi e migliaia di sfollati. Gli effetti del maltempo interessano nel complesso più di un milione e mezzo di persone, secondo dati Onu e delle fonti governative ufficiali. Il tifone è classificato di categoria 4, si manifesta con piogge intense e conseguenti esondazioni dei corsi d’acqua, mentre le raffiche di vento raggiungono anche i 170 chilometri orari. Le zone rurali sono le più colpite, con decine di migliaia di persone isolate, case e scuole distrutte, strade inagibili, collegamenti telefonici interrotti. Le autorità locali non sono ancora in grado di fare bilanci esatti della tragedia.
In Mozambico, dove il ciclone si è abbattuto la sera del 14 marzo, i danni maggiori sono stati registrati nella città di Beira, dove più di 500.000 residenti sono rimasti bloccati dalle inondazioni, l’energia elettrica si è interrotta e l’aeroporto è stato chiuso. Secondo le prime stime del governo, in tutto il paese risultano colpite almeno 600.000 persone, di cui 260.000 bambini. Nel fine settimana 16/17 marzo, il ciclone si è spostato in Zimbabwe, dove circa un milione e mezzo di persone si trovavano in zone a rischio. Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, ha dichiarato lo stato di emergenza nelle aree colpite. Secondo i dati del governo, in Malawi più di 922.900 persone sono state colpite in 14 distretti, tra cui si stima 460mila bambini.













