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Un degna sepoltura per i “bimbi mai nati”

24 Giugno 2018
in Territorio
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Un degna sepoltura per i “bimbi mai nati”

Lo spazio nel cimitero di Torri di Quartesolo dedicato ai "bambini mai nati"

Circa 1.100 l’anno, 91 al mese, tre al giorno. Sono le interruzioni di gravidanza (la stragrande maggioranza per cause naturali, non volontarie) registrate ogni anno nella Provincia di Vicenza e avvenute prima delle 28 settimane di gestazione.

Anche per questo, oltre al capoluogo, sempre più Comuni della nostra provincia (tra i primi c’è Santorso, l’ultimo è Torri di Quartesolo) – su invito delle Ulss -, hanno destinato una parte del proprio cimitero alla sepoltura di questi “bambini mai nati”, i feti nati morti prima dell’inizio del settimo mese di gravidanza. Se questi corpicini smettono di muoversi dalle 20 alle 28 settimane l’ospedale ha l’obbligo di sepoltura nel campo santo attrezzato più vicino, ma non dal concepimento alla ventesima. In questo caso embrioni e feti vengono inceneriti come rifiuti ospedalieri.

Per legge se un bambino muore dentro la pancia della mamma dopo la 28^ settimana deve essere registrato all’anagrafe e, solo successivamente, si potrà procedere alla sua sepoltura. Se questo invece accade prima del settimo mese medicamente è considerato un aborto, non può avere un nome, e i genitori non sono obbligati a fare denuncia.

Tuttavia la legge dice che essi hanno la possibilità di chiedere lo stesso la sepoltura con apposita domanda all’Ulss entro 24 ore dall’aborto, accompagnata da certificato medico con l’età di gestazione e il peso del feto. Il problema è che molti genitori non lo sanno o vengono a conoscenza di questa possiblità troppo tardi. Se con l’evento morte si spezza il legame fisico tra mamma e bambino, non si dissolve il legame psichico costruito con il figlio, che resta dolorosamente saldo, indipendentemente dall’età gestazionale in cui avviene la morte.

Comuni sensibili

A Torri di Quartesolo una decina di giorni fa il sindaco Ernesto Ferretto ha inaugurato uno spazio verde che accoglierà i bimbi mai nati. «Crediamo che questo giardino, oltre ad abbellire il cimitero, sia anche un segno di luce» ha detto.

«La sensibilità verso le famiglie che vivono un aborto – è il pensiero del direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi, presente all’inaugurazione -, permette di recuperare un senso alto dell’ospedale».

Il Comune di Santorso è stato tra i primi ad aver reso decoroso lo spazio dedicato ai piccoli mai nati utilizzato dall’ospedale del paese. «Dal novembre 2016 abbiamo creato un angolo dignitoso, con un quadro di Van Gogh e una frase dedicata – spiega il sindaco Franco Balzi -. È un gesto di sensibilità verso le creature e i loro familiari chepuntualmente vengono a salutarle. Dall’inaugurazionedell’ospedale ad oggi sono stati sepolti 103

feti, una media di 15 l’anno. In questi primi mesi del 2018 sono già 9. Ognuno di loro ha un numero. Le piccole “tombe” sono coperte di giochi e pupazzetti. È la cosa che ho realizzato della quale vado più fiero».

Dai primi mesi del 2018 anche il piccolo cimitero di Monteviale ospita corpicini che non hanno completato i nove mesi di gestazione, come Sandrigo che da qualche tempo ha “il Giardino degli angeli”: Iniziative simili hanno avuto ulteriore spinta dall’emendamento collegato alla Finanziaria 2018 della Regione Veneto e propostodall’assessore Elena Donazzan. «L’emendamento votato dal Consiglio regionale – dice l’assessore -, modifica la legge regionale in materia funeraria, prevedendo l’obbligo a informare le famiglie sulla possibilità di dare sepoltura anche ai bambini scomparsi prima delle 28 settimane di gestazione. Nel caso in cui i genitori del bambino, in piena coscienza, non siano interessati alla sepoltura, sarà l’Ulss a farsene carico».

«Una scelta di civiltà»

Il presidente Luca Zaia lunedì 18 giugno ha dedicato al tema un post su Facebook: «È una scelta di civiltà, che supera l’ideologia: vogliamo garantire uno spazio per il dolore di quei genitori che non hanno mai potuto vedere e abbracciare il loro bambino, ma anche per ribadire quanto sia preziosa la vita fin dal suo concepimento».

«Un bimbo mai nato è uno di noi – dice la presidente del Centro Aiuto alla vita di Vicenza Francesca Comacchio -. Già nelle primissime settimane si cominciano a formare cervello e intestino. Queste creature che non hanno visto la luce devono andare in terra santa, tutte, a prescindere dalla settimana di gestazione, a prescindere che si parli di embrione o feto, non tra i rifiuti speciali di un ospedale. E dirò di più: tutti dovrebbero essere seppelliti, anche gli aborti volontari».

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