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Emergenza Mozambico, scatta l’ora della solidarietà

18 Marzo 2019
in Diocesi, In primo piano
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Emergenza Mozambico, scatta l’ora della solidarietà

Emergenza Mozambico, scatta l’ora della solidarietà. Questa mattina l’Ufficio missionario diocesano ha avviato una raccolta fondi tramite bonifico bancario. Di seguito le coordinate:

Intestatario: “Diocesi di Vicenza – Ufficio per la pastorale diocesana”
Iban: IT14L0306911894100000005985
Causale: “Emergenza Mozambico”.

È uno dei segni della «solidarietà concreta che la Diocesi si impegna ad esprimere nei confronti non solo dei missionario vicentini ma di tutta la comunità di Beira», ha detto il Vescovo nella serata di ieri.

Intanto nella mattinata di sabato si svolgerà una riunione di emergenza in curia assieme al Vescovo per decidere e coordinare ulteriori iniziative di solidarietà.

«La situazione è tragica – afferma il direttore dell’Ufficio missionario Agostino Rigon -. Siamo tutti uniti nella preghiera e nel sostegno ai nostri missionari, non solo i fidei donum vicentini. A Beira è un’ecatombe. Non c’è acqua potabile, non c’è luce, le comunicazioni sono a zero ed è prevista pioggia per altri quindici giorni. La città è allagata. È stata divelta la torre di controllo dell’aeroporto, riescono ad atterrare solo aerei per l’emergenza in autonomia. Sta diventando difficile trovare cibo e medicine l’ospedale è bloccato».

Nonostante le difficoltà «È questo il momento di stare lì, per sostenere il Vescovo e le comunità», afferma Rigon.


In Mozambico ultime ore di energia, poi il black out

«Si stanno scaricando i telefonini. Per mettere in funzione il gruppo elettrogeno ci vuole benzina, ma tutti i distributori della città sono chiusi. Vedremo cosa si potrà fare. Ma state sereni, che stiamo bene». Torna a farsi sentire don Maurizio Bolzon, missionario fidei donum vicentino in questo momento a Beira, nel Mozambico piegato dal ciclone Idai.

«Stiamo tutti bene, ma è stato orribile – racconta ancora il missionario vicentino nel messaggio inviato alla redazione de La Voce -. Tutta la città è a pezzi. Tre tetti su 4 sono spariti. Moltissime case distrutte. E in più piove. Non c’è luce, né acqua. Solo stamattina una compagnia di telefoni ha ricominciato a funzionare. Ma potrebbe non durare… Non chiamate, perché è difficile rispondere… Ma stiamo bene, grazie a Dio. Un abbraccio. Ciao».

In Mozambico sono presenti due missionari fidei donum vicentini, don Maurizio Bolzon e don Dario Vivian, che assieme al fidei donum della Diocesi di Rovigo don Giuseppe Mazzocco collaborano con la Diocesi di Beira, retta dal Vescovo, vicentino a sua volta, mons. Claudio Dalla Zuanna. Oltre ai fidei donum, in Mozambico sono presenti le congregazioni vicentine delle suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria e della Pia Società di San Gaetano, oltre che dei Saveriani.


L’allarme del Cuamm: «Si rischia l’epidemia di colera»

«Stiamo trasferendo i nostri medici con più esperienza dalle altre aree del Mozambico a Beira, che è danneggiata per il 90% e su cui graveranno anche i bisogni di tutta la regione circostante, non ancora stimabili. Se non interveniamo subito rischiamo il diffondersi del colera, che già l’anno scorso ha colpito la zona ed è endemico nell’area». A dirlo è don Dante Carraro, direttore di Medico con l’Africa-Cuamm, attiva in Mozambico a Maputo e Beira, dove l’organizzazione concentra da anni la maggior parte dei propri progetti, dedicati alla salute materno-infantile e la lotta all’Hiv. «L’obiettivo primario – prosegue don Dante – è garantire, anche in emergenza, le attività dell’Ospedale di Beira e dei dieci centri di salute circostanti, perché tutti possano ricevere cure. Poi, dovremo pensare a ricostruire: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».
Ospedali in crisi
«Le comunicazioni sono state interrotte per tutte le giornate di venerdì e sabato e non riuscivamo a metterci in contatto con i nostri medici a Beira – spiega Giovanna De Meneghi, coordinatore dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm nel paese –. I racconti che ci sono arrivati sono davvero allarmanti. La città è distrutta, tralicci abbattuti, case scoperchiate, tetti di lamiera sparsi ovunque con quanto ha strappato il vento violento che soffiava a 170 chilometri orari seminando devastazione in tutta la città. Nell’Ospedale Centrale di Beira la situazione più difficile: il blocco operatorio è inagibile; così pure la Neonatologia (Berçario), che è stata spostata nel nuovo edificio della Pediatria, che a sua volta è stato scoperchiato. Il Pronto Soccorso, anch’esso scoperchiato, è senza acqua e luce, il pavimento è coperto da almeno 5 cm di fango e acqua. Tutto intorno un odore nauseabondo. In questa situazione, continuano ad arrivare corpi e feriti e l’ospedale cerca di rispondere come può, con turni da 48 ore. Anche i tetti degli edifici dell’Università Cattolica del Mozambico sono stati divelti dalla furia del ciclone».
Il Cuamm in Mozambico
Il Cuamm in Mozambico conta circa 100 volontari. «Proprio a Beira – ha spiegato don Dante Carraro in una recente intervista pubblicata su La Voce – siamo presenti nell’Ospedale Centrale dove ci adoperiamo per la salute materno-infantile e nei centri di salute urbani, dove svolgiamo attività di prevenzione e trattamento dell’Hiv/Aids tra i giovani e le donne. Collaboriamo, poi, con l’Università cattolica del Mozambico per formare i futuri medici, inviando docenti e sostenendo alcuni studenti. Infine siamo presenti nella Provincia di Cabo Delgado, nel Nord, dove lavoriamo sia a livello di territorio, impegnati per la salute materno-infantile e per la lotta alla malaria sia all’interno degli ospedali di Pemba e Montepuez, dove abbiamo realizzato una neonatologia».


La testimonianza di don Maurizio Bolzon

«Stiamo tutti bene ma è il disastro più totale, non c’è una casa con il tetto. E continua a piovere». È la drammatica testimonianza di don Maurizio Bolzon, missionario fidei donum  vicentino a Beira.

https://www.vocedeiberici.it/wp-content/uploads/2019/03/Mozambico-WhatsApp-Audio-2019-03-18-at-11.26.29.mp3

Le prime immagini da Beira

Strade allagate, case scoperchiate, alberi abbattuti. Sono le drammatiche immagini arrivateci da Beira tramite alcuni contatti tra la popolazione locale.





“I nostri missionari stanno bene”

«Stanno bene» i missionari vicentini a Beira, in Mozambico, città che si stima distrutta per il 90 per cento a causa del ciclone Idai. Lo afferma il vicario generale don Lorenzo Zaupa, che si è messo in contatto con i nostri fidei donum nelle scorse ore. «I missionari vicentini stanno bene ma la città è stata completamente distrutta», riferisce il vicario generale.


Ciclone in Mozambico, Beira in ginocchio

Un violento ciclone denominato “Idai” si è abbattuto in questi giorni su tre stati africani, Mozambico, Zimbabwe, e Malawi, dove ha causato, in un bilancio complessivo provvisorio, almeno 157 morti (126 tra Mozambico e Malawi, 31 in Zimbabwe), centinaia di dispersi e migliaia di sfollati. Gli effetti del maltempo interessano nel complesso più di un milione e mezzo di persone, secondo dati Onu e delle fonti governative ufficiali. Il tifone è classificato di categoria 4, si manifesta con piogge intense e conseguenti esondazioni dei corsi d’acqua, mentre le raffiche di vento raggiungono anche i 170 chilometri orari. Le zone rurali sono le più colpite, con decine di migliaia di persone isolate, case e scuole distrutte, strade inagibili, collegamenti telefonici interrotti. Le autorità locali non sono ancora in grado di fare bilanci esatti della tragedia.

In Mozambico, dove il ciclone si è abbattuto la sera del 14 marzo, i danni maggiori sono stati registrati nella città di Beira, dove più di 500.000 residenti sono rimasti bloccati dalle inondazioni, l’energia elettrica si è interrotta e l’aeroporto è stato chiuso. Secondo le prime stime del governo, in tutto il paese risultano colpite almeno 600.000 persone, di cui 260.000 bambini. Nel fine settimana 16/17 marzo, il ciclone si è spostato in Zimbabwe, dove circa un milione e mezzo di persone si trovavano in zone a rischio. Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, ha dichiarato lo stato di emergenza nelle aree colpite. Secondo i dati del governo, in Malawi più di 922.900 persone sono state colpite in 14 distretti, tra cui si stima 460mila bambini.

 

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