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San Francesco “lascia” Vicenza

14 Aprile 2021
in Diocesi
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San Francesco “lascia” Vicenza

I frati del convento di Santa Lucia che dall'estate si trasferiranno. Da sinistra, fra Clemente Barugola, fra Luciano Baron, fra Marco Bertaso, fra Dino Barichello, fra Tiziano Pugliese e fra Giuseppe Bonato.

La partenza dei frati da S. Lucia a Vicenza era nell’aria, ma nessuno dei fedeli che fermiamo al termine della messa delle 10.30 di domenica scorsa sapeva che proprio in quella domenica Seconda di Pasqua dedicata alla Divina Misericordia sarebbe stata comunicata la sofferta decisione. In tutti c’è sorpresa e dispiacere. «Per me – racconta Matteo,31 anni, di Vicenza – i frati sono da diverso tempo un riferimento importante per il mio cammino di fede personale e per la confessione. Vengo spesso in questa chiesa per un momento di preghiera e di pace» 

I frati vengono riconosciuti da tutti come un riferimento per il territorio. Per Mario sono «una presenza molto significativa per il quartiere e per il ruolo che hanno svolto in tutti questi anni. È un grosso peccato che se ne vadano». Giuseppe ha sempre vissuto a Vicenza in questa zona della città «Sono molto legato a loro. È una perdita importante anche se poi ci saranno i nostri sacerdoti che li sostituiranno». Maria è molto affezionata: sono «una famiglia – ci dice -, un’appartenenza. Io vengo qui anche durante la settimana. Sono un riferimento importante e saranno una mancanza che si sentirà». 

Domenica scorsa, a presiedere l’eucarestia, c’era p. Giuseppe Bonato, il frate guardiano del Convento. È lui a dare la  notizia della decisione. Lo fa alla fine, prima della benedizione finale, tra gli avvisi, leggendo il comunicato congiunto concordato dal suo Superiore padre Enzo Maggioni con il vescovo Pizziol. Nelle parole con cui frà Giuseppe introduce la comunicazione non c’è né solennità, né drammaticità. Il tono è mite e umile, quasi a dire che non è la presenza dei frati quello che conta davvero nella vita di fede. Quello che conta è la qualità della vita della comunità. È una chiave di lettura che si poteva già cogliere nell’omelia di frà Bonato, che commenta l’incredulità di Tommaso raccontata nel Vangelo di Giovanni. È una chiave di lettura che in qualche misura rappresenta l’eredità che questa comunità di frati lascia a chi resta. 

Il vescovo Pizziol, da parte sua, ha espresso gratitudine ai frati per il prezioso servizio pastorale svolto in città in tanti anni di generosa e fedele presenza e condivide il loro dolore per questa scelta sofferta e pure, purtroppo inevitabile. La Diocesi di Vicenza, cui passerà dopo l’estate la gestione degli spazi della chiesa e del convento di Santa Lucia, si impegnerà perché la chiesa resti aperta al culto e il convento continui ad essere luogo di quella carità che i frati per quasi due secoli hanno vissuto nei confronti dei poveri e dei bisognosi della città. 

«Ho sempre avuto stima per il loro stile e la loro dedizione. In passato, quando avevano anche qualche forza in più, sono sempre stati disponibili a correre quando c’era una chiamata. Questo si è visto anche nell’intenso servizio che anno svolto all’ospedale di Vicenza». Sono queste le parole del Vescovo Beniamino, a commento della notizia annunciata domenica. Il pensiero di mons. Pizziol è rivolto in particolare al servizio di assistenza spirituale al San Bortolo. «Sto pensando a un sacerdote a tempo pieno per l’Ospedale – spiega – che con i diaconi, i ministri dell’eucaristia e i ministri della consolazione possa continuare il servizio svolto dai frati». «Il venir meno della presenza francescana in città è la conseguenza del calo delle vocazioni – riflette ancora Pizziol -. Questo deve portarci a maturare la consapevolezza che ognuno è responsabile e corresponsabile di tutta la comunità e toglie la pretesa, molto spesso ancora presente, che il prete debba fare tutto. Il sacerdote ha un compito specifico che riguarda l’evangelizzazione, la liturgia e la carità ma poi tutti i fedeli devono sentirci corresponsabili e coinvolti nel servizio ai poveri e alla catechesi».

«Per noi Frati minori l’essenziale è poter condurre una vita di fraternità. Tenere aperto con due frati per convento non ha senso, ne va di mezzo la nostra vita» ha affermato padre Enzo Maggioni, Ministro Provinciale dei Frati minori per il Nord Italia. 

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