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Home Attualità Territorio

Quei giovani arrivati dall’Argentina per morire sul Grappa

29 Giugno 2018
in Territorio
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Cento anni fa la “Battaglia del Solstizio” sul Monte Grappa

Dall’Argentina fino al Bassanese, o meglio fino a Rosà. È il viaggio che hanno fatto alcuni frammenti del Tricolore, lungo 1775 metri, che lo scorso novembre ha sfilato per le vie di Cordoba, sorretto da tantissime persone, in ricordo dei 423 italo-argentini morti sul nostro fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Frammenti che stanno per essere donati ai sacrari militari del Vicentino in cui sono accolte le spoglie di migliaia di caduti. Un gesto, dal grande valore simbolico nell’ultimo anno delle celebrazioni per il Centenario, per il quale è in programma una cerimonia ufficiale il 2 luglio alle 19 nella sala consiliare del Municipio di Rosà.

Saranno i sindaci dei Comuni in cui si trovano gli ossari di Bassano, di Tonezza del Cimone, di Asiago, del Pasubio, del Monte Grappa e anche il sacrario del Montello, in provincia di Treviso, a ricevere questi doni provenienti da oltre oceano. Promotore dell’iniziativa, invece, è padre Sante Cervellin, missionario scalabriniano originario della frazione rosatese di San Pietro che da quindici anni opera nella città di Cordoba.

Il rosatese padre Sante Cervellin

La storia

«Durante la Prima Guerra Mondiale arrivarono in Argentina alcuni emissari da Roma per convincere i giovani emigrati o i loro figli a ritornare in Italia e ad arruolarsi nell’esercito – spiega il sacerdote, a Rosà da poche settimane, mentre ci accoglie nella casa di famiglia di fronte alla parrocchia di San Pietro -. Si stima che partirono come volontari, con la promessa del viaggio di ritorno gratuito in Argentina, dalle 20mila alle 32mila persone. Ne morirono combattendo al fronte oltre 400, molti dei quali oggi sono sepolti nei sacrari del Nord Est Italia».

L’omaggio

È per rendere omaggio a questi caduti, quindi, che lo scorso anno padre Sante ha deciso di organizzare un corteo, dall’ospedale italiano di Cordoba fino alla piazza centrale di San Martin, facendo sfilare un Tricolore di 1775 metri. «La scelta della lunghezza della bandiera non è stata casuale perché è pari all’altezza del Monte Grappa – precisa lo scalabriniano, che ha anche collaborato a lungo con il cardinale Jorge Mario Bergoglio, prima che diventasse Pontefice -. Nel 1926, poi, il governo italiano donò all’Argentina una pietra del Monte Grappa, oggi collocata nel Mausoleo dell’associazione dei Combattenti e dei Reduci di Buenos Aires, sempre per ricordare quei 423 italo-argentini che diedero la loro vita per la patria». E dopo un secolo il ricordo di questo sacrificio è ancora vivo. Anche grazie a padre Sante che è tornato in Italia per far visita alle sue terre d’origine, ma soprattutto per consegnare ai rappresentanti dei sacrari della nostra zona i lembi della bandiera che ha invaso le strade della cittadina dell’Argentina centrale.

Il tricolore che ha sfilato per le strade di Cordoba

Un messaggio di pace

«A Cordoba l’iniziativa è stata molto apprezzata– continua a raccontare il missionario -. Vi hanno preso parte anche tantissimi studenti, oltre alle associazioni italiane del posto e leautorità locali. Alla fine del corteo il Tricolore è stato tagliato in tanti frammenti e ogni partecipante ha potuto portarsi a casa un “pezzetto” d’Italia». Di quei migliaia di frammenti, però, alcuni sono stati conservati finora da padre Sante e, dalla prossima settimana, saranno posti accanto ai resti di migliaia di soldati. «Con questo gesto vogliamo sottolineare quanto sia importante continuare a ricordare chi ha perso la vita durante i conflitti, ma soprattutto vogliamo diffondere un messaggio di unità e pace» conclude il sacerdote, che a metà luglio ripartirà per la sua missione in Argentina.

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