Alessio Brolati a Claudia Pulin sono due giovani vicentini che hanno aderito alla proposta della Pastorale giovanile In Cantiere – Un anno tra l’altro, e mentre l’uno ha appena concluso l’esperienza, l’altra l’ha iniziata (terminerà nel novembre 2018), nella parrocchia di Campedello, a Vicenza.

Alessio Brolati, della parrocchia di Altavilla, è impegnato sia in parrocchia (animatore) che in diocesi (Azione cattolica), e l’anno scorso ha deciso di mettere “in cantiere” la propria vita col desiderio di guardare alla quotidianità alla luce dei quattro pilastri fondanti l’esperienza stessa: condivisione, servizio, formazione e preghiera. «Sono stati due i pilastri che mi hanno maggiormente sostenuto in questo anno – sottolinea Alessio -, la spiritualità e la relazione. Ho vissuto la condivisione settimanale come una grande possibilità di crescita e questa è la speranza che ripongo in quest’anno di sinodo per la comunità giovane della diocesi. La possibilità di scoprire relazioni, anche se a volte difficili ma autentiche ci è stata data mediante gli spunti che l’equipe ci forniva: su questi avevamo la possibilità di lavorare, verificando quanto era successo nel tempo trascorso».
«Il Sinodo è l’occasione per prendere in mano quello che si può migliorare»

Claudia Pulin (cresciuta nel gruppo Scout di Lisiera) si dimostra entusiasta del percorso che sta per intraprendere. «L’anno scorso ho svolto il Servizio Civile alla Comunità Papa Giovanni XXIII di Bassano. L’idea di vivere quest’anno all’insegna della condivisione e della cura delle relazioni autentiche mi stimola molto, soprattutto perché rientra nell’anno sinodale: è un’occasione importante non solo per me, ma per tutti noi giovani, per poter prendere in mano quello che si potrebbe migliorare a vari livelli (parrocchiale, vicariale), ma soprattutto perché i giovani (e non solo) possano sentirsi chiamati ad esprimere la propria voce».
Le aspettative dei due giovani sul Sinodo pur diverse, vanno nella stessa direzione. Alessio auspica che, terminato il sinodo, l’investimento fatto sui giovani e sul loro ascolto porti frutto: che la comunità risulti più unita dal punto di vista generazionale, che si mostri più attenta e desiderosa di relazione con chi non appartiene alla realtà parrocchiale, che trovi modalità nuove per coinvolgere la fascia giovane della società.
I desideri di Claudia rispetto al progetto appena intrapreso, si estendono all’anno sinodale: «Spero di trovare il tempo per coltivare i miei sogni imparando a metterli In Cantiere. Mi piacerebbe poter lavorare sui miei limiti e le mie ricchezze, mettendo in campo tutta me stessa nel dialogo con il Vescovo e gli altri giovani della diocesi che come me stanno svolgendo un percorso di discernimento vocazionale».
In Cantiere
È una delle proposte che la Pastorale Giovanile, con Caritas e Operazione Mato Grosso, rivolge ai giovani dai 19 ai 35 anni: si propone come testimonianza dell’impegno ecclesiale a sostenere la diffusione di uno stile di vita che ridoni profondità e bellezza. Il servizio, della durata di un anno (da novembre a novembre), accompagna chi vi partecipa a riprendere contatto innanzitutto con se stesso. Quattro sono gli obiettivi: condivisione della quotidianità; servizio con persone emarginate; formazione e infine preghiera, con la cura del proprio discernimento vocazionale. Un’equipe segue i ragazzi all’interno di ogni realtà abitativa (attualmente 3) ed è formata da un responsabile del progetto, un coordinatore dell’equipe, un assistente spirituale e un tutor del servizio.
(1-continua)

