Ancora annegati nel Mediterraneo. Nel fine settimana sono, infatti, morti 48 migranti, affondati con un barcone che trasportava circa 180 disperati. Nei primi cinque mesi dell’anno il “Mare nostrum” è diventato così la “dimora” per 660 migranti.
Cambiano i governi, la vecchia Europa continua a discutere, e intanto migliaia di donne, uomini, bambini continuano a coltivare la “folle” idea che cercare una vita migliore, più dignitosa per sé e per i propri figli sia un diritto sacrosanto di ogni essere umano.
Quello migratorio, l’ho sentito tante volte e lo abbiamo scritto altrettante, è un fenomeno strutturale, maledettamente complesso, molto complicato da gestire. Non c’è la soluzione perfetta: comunque vada ci si scontra con la contraddizione, il limite, gli interessi inconciliabili. Ma sulla gerarchia non dovrebbero esserci dubbi: la donna e l’uomo che stanno morendo vengono (o dovrebbero venire) prima di qualsiasi altra considerazione. Per un Paese e un Continente “vecchi-vecchi-vecchi” come i nostri, la questione migratoria andrebbe affrontata con altra lungimiranza. Qui non valgono e non bastano le promesse, conta la serietà e l’onestà intellettuale con cui si riconosce a ogni essere vivente il diritto di stare su questa terra.
La Storia valuterà. Anche dal grado di umanità, e quindi, di civiltà con cui si è fatto i conti con problemi intricatissimi come questi.

