• Chi siamo
  • Dove acquistare
  • Edizione digitale
  • Contatti
giovedì 23 Ottobre 2025
No Result
View All Result
Edizione Digitale
La Voce dei Berici
Il periodico di informazione della Diocesi di Vicenza
  • Editoriali
  • Chiesa
    • Parrocchie
    • Diocesi
    • Missioni
    • Vaticano
  • Attualità
    • Territorio
    • Italia
    • Mondo
  • Liberamente
    • Cultura
    • Spettacoli
    • Sport
  • Abbonamenti

Nessun prodotto nel carrello.

La Voce dei Berici
  • Editoriali
  • Chiesa
    • Parrocchie
    • Diocesi
    • Missioni
    • Vaticano
  • Attualità
    • Territorio
    • Italia
    • Mondo
  • Liberamente
    • Cultura
    • Spettacoli
    • Sport
  • Abbonamenti
No Result
View All Result
La Voce dei Berici
No Result
View All Result
Home Attualità Italia

Giovanni Cucchi: «Con Stefano anche gli ultimi hanno avuto giustizia»

16 Novembre 2019
in Italia
0
Giovanni Cucchi: «Con Stefano anche gli ultimi hanno avuto giustizia»

Stefano Cucchi è morto a causa delle tante botte ricevute. È la storica sentenza di primo grado emessa nell’aula bunker di Rebibbia nel processo ai carabinieri coinvolti nella morte del giovane ragazzo romano avvenuta nell’ottobre del 2009. I carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale per aver pestato Stefano Cucchi la notte del suo arresto nella caserma della compagnia Casilina, sono stati condannati a 12 anni di reclusione. L’altro imputato-teste Francesco Tedesco è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale, ma condannato a due anni e sei mesi per falsa testimonianza. Una sentenza attesa tantissimi anni, che fa giustizia su una delle vicende più controverse della storia della cronaca italiana. Al Sir, Giovanni Cucchi, papà di Stefano, per 10 anni insieme a sua moglie a fianco della figlia Ilaria nel difendere la memoria del figlio e le ragioni della sua morte, commenta così la decisione dei giudici.

Come avete accolto la sentenza?

«Anzitutto siamo più sollevati perché dopo dieci anni di lotte vediamo riconosciuto un diritto che per noi pareva palese fin dall’inizio ma così non era, e i fatti lo hanno dimostrato. Mi riferisco al diritto di poter affermare che Stefano, quella sera, fu brutalizzato, e che la sua non è stata una morte naturale così come il vecchio processo voleva in qualche modo ipotizzare. Si voleva far credere che Stefano sarebbe comunque morto di suo, anche a casa, a causa della droga cosa che invece non era vera. Noi non cercavamo e non cerchiamo vendetta, nostro intento era e resta la ricerca della verità, che fosse riconosciuta la verità, anche se Stefano, alla fine, non ce lo ridarà nessuno. Quindi, la sentenza, potrei definirla sì, una piccola soddisfazione che però resta nell’ambito di un’amarezza generale».

Che bilancio trae da tutta questa vicenda?

«Un bilancio dolorosissimo, soprattutto per la nostra famiglia. Come può ben immaginare abbiamo dovuto affrontare numerosi problemi in questi anni, sia di ordine morale che psicologico. Ci siamo trovati ad affrontare la macchina dello Stato e lo sforzo è stato sovrumano. Per cui il bilancio che posso trarre dalla vicenda attualmente è positivo. Lo Stato in un certo qual modo ha condannato sé stesso per questa azione fatta male, ma il prezzo che la mia famiglia ha pagato è stato altissimo, sotto ogni profilo, umano, psicologico, sociale. Ci siamo dovuti sobbarcare un onere, fare cioè verità sulla morte di Stefano, che di per sé apparteneva proprio allo Stato».

Stefano durante la sua agonia all’Ospedale Pertini chiese aiuto ai volontari. La testimonianza di una di loro racconta come abbia chiesto di recitare una preghiera insieme. È vero?

«Sì, so che Stefano chiese un aiuto ai volontari che erano lì, so però che chiese di avere una Bibbia. La volontaria disse che aveva con sé un Vangelo ma lui disse espressamente che voleva avere una Bibbia. Una richiesta probabilmente legata alla speranza che Stefano nutriva dentro di sé. Ma al di là dell’episodio, tenga presente che Stefano negli ultimi tempi si era riavvicinato alla religione, alla Chiesa. Come tanti altri ragazzi, anche lui da bambino aveva frequentato l’ambiente ecclesiale. Prima a scuola dalle suore e poi come scout in parrocchia, quindi era, per così dire, infarcito di religione. Poi, come succede a tanti altri aveva abbandonato anche lui la Chiesa ma dentro di sé quel seme gettato stava cominciando a germogliare di nuovo. Pensi che tutte le mattine da qualche mese andava a messa nella parrocchia di San Gerolamo Emiliani a Casal Morena. Una cosa confermatami anche dal parroco di allora, e quando non ci riusciva, mi diceva che si fermava puntualmente sotto l’edicola della Madonna, vicino la chiesa, per fare una preghiera. Penso che ognuno sia libero di fare ciò che vuole in ambito religioso ma quando mi disse di questi suoi passi, beh, non le nascondo che la cosa mi fece enormemente piacere. Pensavo che riacquisire dei valori, per lui, fosse estremamente importante. Valori che aveva dentro, religione compresa. È vero che stava uscendo dalla droga. Era stato per tre anni presso il Ceis di don Picchi dove aveva seguito un programma di disintossicazione. E la riprova di questa rinascita, oltre che nella fede, l’ha trovata anche nello sport. Si era deciso infatti a riprendere l’attività sportiva, si era segnato in una palestra e praticava boxe, a conferma di quel desiderio profondo di ritrovare la disciplina, di stare nelle regole. E la boxe è una disciplina molto esigente, che chiede il rispetto delle regole».

Cosa nasce dal sacrificio di Stefano?

«La storia di nostro figlio insegna non solo che la legge è uguale per tutti ma anche che tutti hanno gli stessi diritti. Stefano allora era considerato un drogato e come appartenente alla categoria di quelli che la società considera gli ultimi e questa sentenza, che ha avuto una risonanza enorme, ci dice che anche gli ultimi hanno diritto a una giustizia giusta».

CondividiInviaTweet
Sostienici Sostienici Sostienici
Prossimo articolo
Mattarella ai settimanali diocesani: «Stimolate capacità critica e senso della comunità»

Mattarella ai settimanali diocesani: «Stimolate capacità critica e senso della comunità»

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

No Result
View All Result

Voce

  • Abbonamenti
  • Dove acquistare
  • Edizione digitale
  • radio_tower [#1019]Created with Sketch. Radio Oreb
  • Contatti

I più letti di questo mese

  • «Boicottare i prodotti israeliani: ecco l’elenco». L’azione di un gruppo di vicentini

    «Boicottare i prodotti israeliani: ecco l’elenco». L’azione di un gruppo di vicentini

    0 shares
    Condividi 0 Tweet 0
  • “Spiritualità senza religione. La fede dei giovani”. Il convegno di apertura della Scuola di Formazione Teologica

    0 shares
    Condividi 0 Tweet 0
  • «Se non cambiamo, il cristianesimo diventerà un museo»

    0 shares
    Condividi 0 Tweet 0

Iscriviti alla Newsletter

Ogni settimana ti segnaleremo notizie, storie e interviste da leggere sul nostro sito.

Privacy Policy | Cookies Policy

CONTRIBUTI E SOVVENZIONI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Come richiesto dall’art. 1, commi 125 – 129, della Legge 4 Agosto 2017, n. 124 ed in ossequio alle modifiche introdotte dall’art. 35 del D.L. 34/2019 (Decreto Crescita), convertito in legge dall’art. 1, comma 1, L. 58/2019, si comunica che la Nuova Voce srl Unipersonale Codice Fiscale: 04123490247 ha ricevuto nel corso dell’anno 2023 i seguenti contributi dalla Pubblica Amministrazione:
Soggetto erogante: Dipartimento per l’informazione e l’editoria; Somma incassata: 281.589,38 euro; Causale: Contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici di cui al D.Lgs 15 maggio 2017, n. 70.
Come richiesto dall’art. 1, commi 125 – 129, della Legge 4 Agosto 2017, n. 124 ed in ossequio alle modifiche introdotte dall’art. 35 del D.L. 34/2019 (Decreto Crescita), convertito in legge dall’art. 1, comma 1, L. 58/2019, si comunica che la Nuova Voce srl Unipersonale Codice Fiscale: 04123490247 ha ricevuto nel corso dell’anno 2022 i seguenti contributi dalla Pubblica Amministrazione:
Soggetto erogante: Dipartimento per l’informazione e l’editoria; Somma incassata: 269.290,52 euro; Causale: Contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici di cui al D.Lgs 15 maggio 2017, n. 70.
Come richiesto dall’art. 1, commi 125 – 129, della Legge 4 Agosto 2017, n. 124 ed in ossequio alle modifiche introdotte dall’art. 35 del D.L. 34/2019 (Decreto Crescita), convertito in legge dall’art. 1, comma 1, L. 58/2019, si comunica che la Nuova Voce srl Unipersonale Codice Fiscale: 04123490247 ha ricevuto nel corso dell’anno 2021 i seguenti contributi dalla Pubblica Amministrazione:
Soggetto erogante: Dipartimento per l’informazione e l’editoria; Somma incassata: 269.290,52 euro; Causale: Contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici di cui al D.Lgs 15 maggio 2017, n. 70.

Nuova Voce Srl – PIVA 04123490247 – Borgo Santa Lucia, 51, 36100 Vicenza | Tel: 0444 301711

Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • Editoriali
  • Chiesa
  • Attualità
  • Liberamente
  • Abbonamenti
  • Edizione digitale
  • Chi siamo
  • Dove acquistare
  • Contatti

Nuova Voce Srl P.IVA 04123490247  - Borgo Santa Lucia, 51, 36100 Vicenza. Tel: 0444-301711