“Lo sport è per tutti”. Questo il mantra che esattamente trent’anni fa ha portato alla nascita della squadra Acqua Amica. Una squadra composta da oltre una ventina di giovani con disabilità fisiche e intellettive che almeno per tre pomeriggi alla settimana si allenano nella piscina comunale di Marostica.
«Tutto è cominciato nel 1988 su iniziativa di un gruppo di genitori di alcuni ragazzi sostenuti da Anffas e Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici, ndr) – spiega Alessandro Tagini, coordinatore di Acqua Amica e presidente di Rari Nantes Marostica, società che gestisce le piscine della città scaligera -. Grazie a Mariangela Poncato, ex giocatrice di pallanuoto e istruttrice di nuoto per disabili, abbiamo iniziato a proporre questa attività».
E da Acqua Amica, voluta per favorire lo sviluppo psicofisico attraverso un percorso di autonomia e di socializzazione per le persone con disabilità, i risultati non sono tardati ad arrivare. «I nostri ragazzi, da tempo, primeggiano a livello nazionale e internazionale – sottolinea Tagini -. Fin da subito ci siamo accorti dei tanti talenti della nostra squadra e nel 1993 Rari Nantes ha deciso di affiliarsi alla Federazione Italiana Sport Disabili e, in seguito, a Special Olympic Italia».
Ad oggi la squadra è suddivisa in tre settori principali: nove i ragazzi che gareggiano con la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, mentre una quindicina quelli con la Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva e Relazionale che comprende tre categorie e, infine, alcuni di questi fanno parte del settore “Special Olympics” che prevede la partecipazione anche ai Giochi sulla Neve. A seguire il gruppo di atleti gli istruttori Elena Pedini, Mar- co Costa e Osvaldo Breccia, con l’immancabile supporto dei genitori dei ragazzi. «La loro presenza è fondamentale – dice il presidente -. Il settore agonistico, purtroppo, non gode del sostegno di sponsor importanti e di conseguenza sono mamme e papà a farsi carico di quasi tutte le spese. Senza contare, che nella maggior parte dei casi, fanno anche da accompagnatori durante le gare».
Tra tante medaglie e allenamenti, però, il valore aggiunto di questa squadra sembra essere l’integrazione. Nelle piscine di via Ravenne, infatti, la squadra di Acqua Amica lavora inconcomitanza con il resto dei frequentatori della struttura: «abbiamo sempre ricercato e promosso questa convivenza, in modo da creare ulteriori occasioni di socializzazione anche fra le famiglie – precisa Tagini -. La disabilità, qui, non è vista comeun qualcosa di diverso, ma è parte integrante
e preziosa della nostra realtà. L’acqua rende tutti uguali. Anzi, a volte l’approccio al nuoto a volte è migliore da parte dei ragazzi disabili rispetto a quelli normodotati». Oltre ai successi agonistici, quindi, Acqua Amica è uno dei tanti esempi di come lo sport sia in grado di abbattere i pregiudizi e favorire l’inclusione.