«La gioia che Gesù suscita in voi è per alcuni motivo di fastidio e anche di irritazione, perché un giovane gioioso è difficile da manipolare». Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa celebrata ieri in piazza San Pietro per la Domenica delle Palme e la Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano. «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita», ha fatto notare Francesco: «Gli stessi farisei se la prendono con Gesù e gli chiedono di calmarli e farli stare zitti”».
«Ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili», la tesi del Papa: «Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione. Ci sono molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi».
«Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel ‘crocifiggilo! del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili – tante volte corrotti – stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre».
The young Church
“Un ampio documento”, “un testo condiviso” redatto con “un metodo a tutti gli effetti sinodale”: così il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha definito il documento con cui si è concluso il pre-Sinodo dei giovani. Il testo, approvato all’unanimità dai 300 giovani di ogni continente che hanno partecipato ai lavori in Vaticano – aperti lunedì scorso dal Papa, che si è intrattenuto con i giovani tre ore e mezza – è una delle fonti che contribuiranno alla stesura dell’Instrumentum laboris per il Sinodo di ottobre, insieme alle sintesi inviate dalle Conferenze episcopali e dai Sinodi delle Chiese cattoliche orientali, ai risultati del Questionario online proposto ai giovani e agli interventi del Seminario internazionale sulla situazione giovanile organizzato dalla Segreteria generale del Sinodo nel settembre scorso. Tre le parti del documento, precedute da un’introduzione: “Sfide e opportunità dei giovani nel mondo di oggi; fede e vocazione, discernimento e accompagnamento; azione educativa e pastorale della Chiesa”. A consegnare il testo nelle mani di Francesco, ha annunciato il porporato, sarà un giovane di Panama, la nazione che ospiterà la prossima Giornata mondiale della Gioventù nel 2019. Al pre-Sinodo hanno partecipato 15.300 giovani, tra quelli presenti in questi giorni in Vaticano e quelli collegati via social da ogni parte del mondo.

Una vicentina al pre-sinodo
«Unione». È questa la parola con cui Laphidil Twumasi descrive la settimana trascorsa in Vaticano, assieme ad altri 300 giovani arrivati da tutto il mondo per partecipare alla riunione pre-sinodale. «Sono due i momenti che ho vissuto con più emozione – confida la giovane vicentina di origini ghanesi della parrocchia di San Lazzaro -. Il primo è senza dubbio l’incontro con Papa Francesco, mentre il secondo è il momento della lettura del documento, redatto assieme a una ventina di altri ragazzi, durante l’assemblea plenaria dello scorso sabato». Laphidl, come vi abbiamo già raccontato, ha preso parte al gruppo di redazione che ha elaborato una sintesi di tutte le istanze e di tutti i temi emersi durante la riunione pre-sinodale. Sintesi che ieri, durante la Messa delle Palme, è stata data a Papa Francesco. Tutti i giovani partecipanti al meeting, infatti, hanno partecipato alla celebrazione che apre la Settimana Santa e una ragazza di Panama (dove dal 22 al 27 gennaio del prossimo anno si terrà la Giornata Mondiale della Gioventù) ha consegnato nelle mani del Pontefice il lavoro fatto durante i sette giorni di riunione. «È un’esperienza che porterò sempre nel cuore e per la quale sarò sempre grata – dice Laphidil, che oggi ha ripreso a frequentare i corsi universitari a Padova -. Ora spero solo che quanto emerso da questi importanti momenti di dialogo venga ascoltato e, soprattutto, messo in pratica dalla Chiesa».

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