Imagine no religion, cantava John Lennon nella celebre canzone divenuta l’inno più conosciuto e amato alla pace e alla fratellanza. Perché, purtroppo, bisogna riconoscere che troppe volte le religioni sono divenute nella storia motivo di scontro anziché di incontro tra gli esseri umani. Ma a Vicenza non è stato così e il Parco della Pace, progettato, desiderato, atteso da anni, è stato inaugurato proprio alla presenza di tutte le religioni praticate sul territorio.
Il lungo weekend di incontri, sport e concerti nei prati di Viale Sant’Antonino è stato preceduto infatti da un suggestivo appuntamento alle 6.30 del mattino di giovedì 25 settembre. Un orario insolito, scelto sia per ragioni pratiche (dare la possibilità di partecipare a chi, anche tra i ministri di culto delle diverse religioni, doveva andare poi a lavorare), sia – soprattutto – simboliche. L’alba è infatti in tutte le religioni un momento particolare in cui percepire la presenza di Dio e sentirsi parte di qualcosa che ci supera, ma al contempo ci abbraccia e rassicura. Nel disco di sole infuocato che, salendo dall’orizzonte, squarcia le tenebre della notte i cristiani, ad esempio, hanno sempre veduto un’immagine potente del Cristo risorto e vittorioso sul potere del male e della morte.
E così in una limpida e fredda mattina di fine settembre, mentre la città andava pian piano svegliandosi, un centinaio di persone sono arrivate alla spicciolata, mentre ancora era buio, ai cancelli del Parco della Pace. Tra loro cristiani di diverse confessioni (cattolici, ortodossi delle diverse chiese, metodisti…), musulmani di differenti provenienze e appartenenze, ma anche bahai e hari krishna.
A est il cielo andava imporporandosi, a ovest la prima neve sulle montagne che circondano la pianura berica riluceva le prime luci del giorno. Con loro il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, don Gianluca Padovan (delegato diocesano all’ecumenismo e al dialogo interreligioso) e l’assessore Giovanni Selmo, registi, ma forse sarebbe meglio dire “tessitori” dell’incontro tra le religioni nel nome della pace. Il Vescovo di Vicenza mons. Brugnotto in un intervento introduttivo ha citato il profeta Isaia “Spezzeranno le loro spade per farne aratri, trasformeranno le loro lance in falci”, evidenziando come quello che era un aeroporto militare, luogo interdetto ai più, sia ora riconsegnato a tutti come parco della pace: «Possa essere davvero – ha detto il Vescovo – l’alba di qualcosa di nuovo». E alle sue parole hanno fatto seguito quelle del Sindaco di Betlemme giunto in città a rinnovare un consolidato gemellaggio: «Vedo in voi la popolazione della mia città, un mosaico di volti, popoli e religioni differenti che davvero desiderano vivere insieme pacificamente… preghiamo perché venga la pace, non domani, già troppo abbiamo sofferto, ma oggi!».
Accompagnati dal suono di un clarinetto, di un oboe e di una viola il gruppo si è incamminato verso il centro del parco dove è stata messa a dimora una piccola quercia (simbolo di resistenza, calma, vigore morale…) e ogni religione ha proposto una breve meditazione attigendo al proprio patrimonio spirituale. Agli interventi dei presenti si è unita la lettura del messaggio inviato dalla comunità ebraica di Verona e Vicenza. Impossibile non fare i conti con la mole incombente, poco più in là, della caserma Del Din. Termina la preghiera, suona l’alzabandiera della caserma americana. Verranno giorni in cui non vi saranno più basi militari e si potrà correre sui prati senza più trovare muri e fili spinati?
Don Alessio Graziani
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