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Andy Warhol ai musei vaticani

Una retrospettiva dedicata alle opere religiose dell'artista verrà allestita nel 2019

Una retrospettiva dedicata alle opere religiose di Andy Warhol sarà ospitata nel 2019 dai Musei Vaticani. A rivelarlo è The Art Newspaper, che in un articolo del numero di febbraio, ha esposto le trattative in atto tra il museo di Pittsburgh, città natale di Warhol e la sede vaticana. La mostra comprenderà la serie di dipinti dell’Ultima Cena di Warhol (1986), ispirati all’affresco di Leonardo da Vinci e le tele “Memento mori”, serigrafie di teschi, oltre a film e materiali d’archivio.

Lo spazio espositivo dedicato sarà quello del Braccio di Carlo Magno, 1.000 mq che faranno da casa “al lato spirituale di un’artista che nascondeva a tutti, tranne ai suoi più cari amici questo aspetto del suo personaggio”, come ha rivelato John Richardson, storico dell’arte e biografo di Picasso. “Siamo molto interessati ad esplorare questo lato dell’artista”, ha affermato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, in una dichiarazione al “The Art”. “È molto, molto importante per noi avere un dialogo con l’arte contemporanea, viviamo in un mondo di immagini e la Chiesa deve essere parte di questa conversazione”. La mostra celebrerà sia il 25° del museo statunitense che anche il 39° anniversario dell’incontro dell’artista con Giovanni Paolo II.

Figlio di immigrati slovacchi, fedeli della Chiesa cattolica slovacca, Warhol rimase devoto per tutta la sua vita alla fede, nonostante le apparenze dicessero altro. Partecipava spesso alla messa nella chiesa di San Vincent Ferrer a New York, trascorreva alcune serate lavorando in un rifugio per senzatetto e ha sostenuto gli studi di un parente che aveva sentito la vocazione al sacerdozio. Tra i lavori religiosi di Warhol va ricordata la serie delle croci, rosse e gialle serigrafate su sfondo nero e le stampe che riproducevano lavori rinascimentali tra cui “L’annunciazione” di Leonardo, oltre ad una serie di iconostasi personalissime ed eccentriche come quella in cui la tela con il “Cristo” di da Vinci era sormontato dai loghi della General Electric e dalla colomba della Dove. Nei suoi diari, pubblicati postumi, moltissimi sono i riferimenti alla religione. “La conoscenza di questa pietà segreta cambia inevitabilmente la nostra percezione di un artista che ingannò il mondo facendogli credere che le sue uniche ossessioni fossero denaro, fama, fascino”, ha dichiarato Richardson.

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