Sono le 13.51 del 3 luglio del 2022 quando un immane crollo lungo i pendii della Regina delle Dolomiti, da Punta Penia al Fedaia, travolge un gruppo di alpinisti. Il bilancio è drammatico: undici, purtroppo, perdono la vita e tra loro ci sono sette vicentini. È la tragedia della Marmolada, che scuote l’Italia e la nostra terra. A poco meno di due anni di distanza, quel momento e soprattutto le successive operazioni di soccorso e recupero vengono raccontati dalle immagini di “Marmolada 03.07.22”, documentario scritto e diretto dai bassanesi Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon e prodotto da Cineblend s.r.l., che sarà proiettato il 29 aprile alla 72^ edizione del Trento Film Festival. I due documentaristi, non senza emozione, hanno voluto portare sullo schermo un racconto corale ripercorrendo passo dopo passo quei tragici momenti.
«Il documentario è nato per rendere omaggio a una persona a noi molto cara, la guida alpina Paolo Dani, una delle 11 vittime» spiegano i due autori bassanesi che, con il valdagnese Dani, avevano lavorato nelle riprese in parete del loro precedente documentario “Gino Soldà – Una vita straordinaria”. «Durante il set ci aveva parlato spesso del mondo dei soccorsi e della sua importanza. Dani faceva parte del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. Quando abbiamo saputo della sua morte, abbiamo sentito la necessità di fare qualcosa per ricordarlo e quale modo migliore di rendergli omaggio se non quello di mostrare il mondo dei soccorsi di cui faceva parte? Così è nata l’idea di raccontare la tragedia della Marmolada vista con gli occhi delle persone che, in vari modi, in quei giorni hanno lavorato instancabilmente per soccorrere i feriti, per recuperare le vittime e dare supporto alle famiglie».
Il documentario mette insieme interviste, materiale di repertorio inedito e riprese attuali. Fra gli intervistati compaiono i soccorritori e le guide alpine, ma anche le autorità, i testimoni oculari e alcuni dei sopravvissuti. Uno per uno ci portano dentro lo svolgimento degli eventi e la messa in moto della grande “macchina dei soccorsi”, evidenziando così il forte impatto umano che questa tragedia ha avuto su chi era lì per ritrovare i superstiti e per restituire alle famiglie delle vittime le spoglie dei loro cari, magari con la consapevolezza di cercare un amico o un collega tra i dispersi.
«Fin dall’inizio avevamo due obiettivi: raccontare la potente coralità del lavoro dei soccorritori e rispettare i familiari, senza forzature verso l’esibizione del loro dolore – continuano Lorenzato e Zarpellon -. I soccorritori ci hanno condotto in un racconto che parla di sofferenza, sotto molti punti di vista, e per noi che conoscevamo una delle vittime non è stato semplice ascoltarli. Durante le interviste sono stati tanti i momenti di forte commozione e la grande umanità che ognuno di loro ci ha trasmesso ci è stata utile per affrontare un racconto che ci toccava personalmente. Forse il fatto di voler andare ‘oltre’ al canonico racconto di una tragedia ci ha permesso di creare empatia con ognuno di loro e di regalare al pubblico un punto di vista inedito su una tragedia così nota».
Un punto di vista che, inevitabilmente, porta anche a una riflessione sull’impotenza dell’uomo di fronte alla forza di una natura ferita, stravolta e oggi – di conseguenza – sempre più matrigna.
«Il documentario, proprio perché racconta di una tragedia che ha visto protagonista il crollo del ghiacciaio sommitale della Marmolada, vuole indirettamente porre il pubblico di fronte a come l’impronta umana stia cambiando il mondo – concludono i due autori -. Siamo ormai abituati a vedere immagini di inondazioni devastanti che però, a distanza di anni, restano indelebili solo in chi le ha vissute in prima persona. In questo caso, chiunque passi per la strada che costeggia il lago Fedaia vedrà una cicatrice che non sparirà mai. Le parole stesse dei soccorritori e la loro incredulità per quanto accaduto lasciano sicuramente molto su cui riflettere».
Nel calendario del Trento Film Festiva il docufilm sarà proiettato nella sezione Orizzonti Vicini il 29 aprile alle 19 al Cinema Vittoria e in replica il 3 maggio alle 21.15 al Cinema Modena 1.
Vincenzo Grandi