In primo piano Quirinale 2022
Presidente della Repubblica

“Dignità e responsabilità”. Mattarella indica la strada

Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso di insediamento di altissimo profilo e profondità, indicando le priorità concrete che attendono le istituzioni
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti al Parlamento in seduta comune per la cerimonia di giuramento (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
di Lauro Paoletto

E’ iniziato il secondo settennato di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica. Giovedì 3 febbraio (a sette anni esatti dal precedente insediamento) Mattarella  ha prestato giuramento nell’Aula di Montecitorio, deposto una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria, si è recato al Palazzo del Quirinale per la cerimonia di insediamento.

Di fronte alle camere riunite il ri – confermato Capo dello Stato ha tenuto un discorso molto forte e impegnativo, indicando quelle che sono le urgenze ineludibili per il nostro Paese e sulle quali la democrazia stessa si gioca molto della propria credibilità. Le sfide sono tali e tante che riguarderanno inevitabilmente il prossimo Parlamento. C’è infatti, da scommettere che gli attuali deputati e senatori riusciranno a fare ben poco nella stagione che resta prima della conclusione della legislatura, in un tempo che sarà inevitabilmente condizionato dalle dinamiche pre – elettorali. Da qui forse anche i 55 applausi scroscianti dei parlamentari, che sottolineano la condivisione di quanto affermato dal Presidente, ma anche il fatto che sono applausi che “costano poco”.

Nel suo discorso il Presidente ha toccato molte questioni concrete che toccano i cittadini dalla pandemia ai morti sul lavoro, dal razzismo e antisemitismo alla violenza sulle donne, dalle migrazioni al rispetto degli anziani, dai giovani e il diritto allo studio al contrasto delle povertà, dal diritto alla maternità alle carceri sovraffollate, dalla disabilità all’informazione libera e indipendente. Per affrontare tutte le questioni occorre mettere al centro la dignità di ogni persona e portare fino in fondo la responsabilità che compente alle diverse istituzioni.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e con il Presidente della Camera Roberto Fico,al Parlamento in seduta comune per la cerimonia di giuramento (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

In apertura del suo intervento non è mancato un riferimento al desiderio che l’elezione avesse avuto un esito diverso ma c’è stata la consapevolezza che le attese sul Paese «sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento. È questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì”. C’è quindi un contesto nazionale, europeo e internazionale che suggeriva questo esito e in nome del quale Mattarella ha messo da parte altri progetti e desideri personali.
Un altro passaggio particolarmente significativo è stato relativo alla necessità di rafforzare la democrazia e ribadire la centralità del Parlamento, passaggio che sottende anche la urgenza che la politica riesca a rigenerarsi per consentire al sistema democratico un funzionamento adeguato.

Parole particolarmente dure poi il Presidente le ha riservate alla giustizia che ha assoluto bisogno di una riforma che le consenta di riconquistare la credibilità perduta.

Pochissimi i nomi citati e per questo dunque di particolare significato: papa Francesco, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli recentemente scomparso, l’attrice Monica Vitti, il giovane Lorenzo Parelli morto in un incidente all’ultimo giorno del suo stage.

Alla fine quello che emerge è un presidente la cui autorevolezza è, se possibile, cresciuta ancora fino a farlo diventare il vero punto di equilibrio dell’intero sistema e il garante della sua evoluzione (anche in politica estera), in una stagione politica in cui ci saranno sicuramente ancora numerosi rivolgimenti, sopratutto con le elezioni politiche del 2023. Dignità e responsabilità non sono parole neutre, pur nelle differenti sensibilità e programmi potrebbero davvero rappresentare il patrimonio condiviso da tutto il Parlamento e dunque gli elementi essenziali per garantire quell’unità fondamentale di cui l’Italia ha bisogno.

Buon lavoro Presidente!

 

Commenta

Clicca qui per lasciare un commento