L’Istituto diocesano di musica sacra e liturgica “Ernesto Dalla Libera” di Vicenza (Idmsl) compie 100 anni. Ufficialmente mancano un paio di mesi, ma i festeggiamenti sono già cominciati. È stato fondato nel 1924 da mons. Ernesto Dalla Libera sulla scia del primo Congresso nazionale di musica sacra che si tenne in Cattedrale a Vicenza esattamente un secolo fa, per volontà del vescovo Rodolfi all’insegna del suo motto “Che il popolo canti”. Destini che si incrociano, uno che prende linfa dall’altro.
Per l’anniversario dell’Istituto di musica sacra e liturgica tornano in diocesi le “gare corali”, come le definiva mons. Dalla Libera, che le introdusse. Ai tempi del primo direttore erano veri e propri pellegrinaggi in Cattedrale: i cantori delle diverse parrocchie raggiungevano Vicenza per cantare in Cattedrale nella messa delle 10.30. Una festa per l’intera parrocchia, alla quale si univano chierichetti, catechiste, il parroco, i volontari, una gita da non perdere. La tradizione continuò anche con mons. Mario Saccardo che prese le redini dell’istituto nel 1968, poi si affievolì, fino a cessare.
«Oggi, a distanza di tanti anni torna – racconta l’attuale direttore, Massimo Donadello, primo laico alla guida dell’Istituto -. È un modo per festeggiare il centenario. Se un tempo l’organizzazione era difficile e macchinosa oggi basta iscriversi via web attraverso un form nel nostro sito (www.idmsl.it) o in quello della diocesi (www.diocesivicenza.it). Abbiamo stabilito un calendario con una quaratina di domenche disponibili. Il coro parrochiale cerca la data che preferisce e si iscrive».
La prima data utile è il 27 novembre, prima domenica di Avvento, fino alla solennità di Cristo Re, domenica 24 novembre 2024. Potranno partecipare tutti i cori della diocesi, di qualsiasi genere. «Diamo la precedenza a chi presta regolare servizio liturgico in chiesa, il coro “blasonato” che fa concerti e concorsi può venire, ma la priorità va ai cori parrocchiali – spiega Donadello -. Da questa inizativa, organizzata in collaborazione con l’ufficio per la Liturgia e con la Cattedrale, possono prendere nuova linfa ed entusiasmo».
Guardando ai prossimo 100 anni Donadello sta valutando una modifica al nome dell’Istituto: «Siamo in fase di ricerca, di perfezionamento della nostra missione – spiega -. La musica “sacra” di per sé non esiste. Noi usiamo la musica come linguaggio universale. È un concetto fondamentale. Dal momento in cui la rivestiamo di un testo sacro può diventare musica religiosa o liturgica».
«La musica è eterna, è un linguaggio che ci attraversa l’animo e ci deve portare in un’altra dimensione. L’abbinata musica e religione è perfetta perché entrambe hanno una forte simbologia. Parlano lo stesso linguagio, una arricchisce di significato l’altra» conclude il Maestro.
Marta Randon