Sabato 18 maggio papa Francesco è a Verona per l’Arena di Pace 2024 dove incontrerà varie realtà della società civile e dell’associazionismo tra cui un nutrito gruppo di preti e laici della diocesi di Vicenza insieme al vescovo Giuliano. Cinque sono i Tavoli su cui si è lavorato per preparare il grande evento: democrazia e legalità costituzionale, economia e lavoro, migrazioni, ambiente ecologia, conflitti e disarmo.
Patrizia Ferronato, ex insegnante, vicentina, negli anni ’90 ha fatto parte della Segreteria triveneta dei Beati costruttori di Pace. Oggi è responsabile della commissione “Democrazia e legalità costituzionale”. «Ci siamo chiesti se abbiamo la possibilità di orientare la politica. Il nostro obiettivo è ridare voce alla società civile che pare silenziata dalla politica. Associazioni, gruppi, singoli continuano a produrre, lavorare, fare proposte a denunciare situazioni, ma sono inascoltati in modo trasversale, soprattutto da questo governo».
«Il nostro sogno era far entrare i temi della pace e della giustizia nella pastorale ordinaria, cosa che purtroppo non è ancora avvenuta in modo sistemico. Non è una pratica diffusa, dipende delle sensibilità individuali e dei piccoli gruppi». Don Mario Costalunga, 85 anni, prete diocesano originario di Villaverla, con il padre comboniano Alex Zanotelli è tra i fondatori dei Beati costruttori di Pace, realtà che ha le sue radici nel seminario di Vicenza. Ha un’esperienza di 35 anni in Brasile dove è stato anche responsabile di tutti i preti e religiosi italiani. Oggi vive nella Residenza per anziani “Novello”, ma quando lo incontriamo ha lo spirito e la grinta degli anni Ottanta, quando ci fu il primo appello (12 novembre 1985) e sorse la prime Arena di Pace.
È entusiasta per la partecipazione di papa Francesco all’Arena di Pace di Verona in programma questo sabato 18 maggio. «È la prima volta che un Pontefice partecipa ad un’Arena di Pace – dice -. Questa di Verona è nata proprio per non lasciarlo da solo, per fargli sentire che ci sono persone che sono con lui, che si battono per la pace e la giustizia nel mondo. È un segno visibile di appoggio a Francesco che tutti i giorni parla di pace e disarmo, ma purtroppo la situazione non cambia. Pensiamo alla guerra in Ucraina, alle armi che inviamo, alla situazione in Palestina. Il Papa rischia ogni giorno, ha tanti nemici, mi fa pena, ha un’età ed è così caparbio, tenace, ci mette impegno e passione, è un esempio enorme per tutti».
Marta Randon