È partita domenica pomeriggio 3 marzo da Madonnetta di Sarcedo la prima tappa del cammino sinodale delle comunità del Vicariato di Marostica-Breganze, chiamate a volgere lo sguardo verso il futuro. Oltre 150 i partecipanti: membri dei consigli pastorali, diaconi, religiose e sacerdoti, catechisti, animatori di Azione Cattolica, scout che hanno risposto alla chiamata della Chiesa vicentina e del vescovo Giuliano. Sono i primi passi di un percorso che avrà come traguardo l’Assemblea diocesana del prossimo autunno. Il passo biblico a cui fare riferimento: i discepoli di Emmaus, capaci di riconoscere il Cristo nel momento dello spezzare il pane.
Don Flavio Marchesini “regista” degli incontri che stanno coinvolgendo i 14 vicariati della diocesi (mancano ancora all’appello solo quello di Noventa Vicentina, questa domenica, e quello di Lonigo il 17 marzo) ha evidenziato in modo sintetico l’obiettivo: “Come mai siamo qui? Siamo qui per un momento di ascolto e condivisione”. Il metodo suggerito è quello della “conversazione spirituale”, caro a papa Francesco.
I partecipanti sono stati invitati a porsi una precisa domanda: come sarà la nostra chiesa fra 10 anni? Quale futuro per le comunità toccate dalla diminuzione della pratica religiosa, dallo scarseggiare della presenza dei sacerdoti, dalle sfide di un mondo in rapida evoluzione? Il video introduttivo con l’intervento del vescovo Giuliano ha richiamato il senso del percorso che la Chiesa vicentina ha deciso di intraprendere. Quindi non tanto una “ristrutturazione” motivata dalle difficoltà del momento, ma un serio impegno di discernimento, di lettura condivisa dei “segni dei tempi”.
Suddivisi in modo casuale in 15 gruppi, con l’aiuto di facilitatori che si erano precedentemente preparati al compito loro affidato, il pomeriggio è proseguito con l’attiva partecipazione di tutti gli intervenuti. Particolarmente interessante e proficua la metodologia adottata nei singoli gruppi. Tutti sono stati chiamati a prendere la parola leggendo un breve scritto elaborato sulla traccia preparata. Questo ha permesso di evitare interventi prolissi o fuori tema, privilegiando l’ascolto e la risonanza di quanto ascoltato. Non sono mancate le indicazioni interessanti. Particolarmente significative le testimonianze di molti laici che hanno riscontrato la necessità di formazione per rispondere al cambiamento che già si sta evidenziando in molte parrocchie che non hanno più un sacerdote residente. Suggestiva l’immagine emersa in un gruppo di lavoro: “Il nostro compito è quello di mantenere viva la brace sotto la cenere in modo che chiunque si avvicina possa ravvivare il fuoco”.
Preponderante l’attenzione all’aspetto pastorale anche se non sono mancati gli interrogativi di carattere organizzativo. A Madonnetta erano presenti i rappresentanti delle attuali 5 unità pastorali che compongono il Vicariato di Marostica. Lo sguardo verso il futuro dovrà ora concretizzarsi in scelte operative. Ridurre il numero delle unità pastorali? Procedere alla fusione di alcune parrocchie? Don Flavio ha presentato alcune proposte sulle quali dovranno ora riflettere le comunità del vicariato, allargando il dialogo e coinvolgendo il maggior numero di persone possibile.
Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Giuliano. Nell’omelia, tra le diverse sottolineature, un’esortazione, quasi un “compito da eseguire a casa”: la lettura dell’ultimo capitolo della “Evangelii Gaudium” di papa Francesco, sulla Chiesa missionaria perchè abitata e sospinta dallo Spirito.
Come evidenziava una mamma in un gruppo di lavoro, la missione del credente è quella di essere un testimone gioioso, proiettato verso il futuro, nella consapevolezza che lo Spirito soffia dove vuole, spazzando fragilità e incertezze. “L’incontro che si è svolto domenica a Sarcedo – sottolinea il coordinatore Giulio Lago – e, più in generale, tutti gli incontri fatti fin qui sono stati proprio una bella occasione per fare Chiesa. Innanzitutto ha permesso di costruire e consolidare la Chiesa odierna: un’occasione per condividere e conoscere le belle esperienze che si stanno portando avanti nelle varie realtà parrocchiali che, seppur vicine, spesso non si conoscono ancora. Questa parte dell’incontro ha riscosso molto successo perché ha aiutato a tessere legami tra le persone coinvolte. Ma un’altra finalità importante di questo percorso sinodale è iniziare a delineare e a costruire la Chiesa del domani, per non lasciarsi travolgere dai tempi, ma provando ad anticiparli insieme”.
Piero Maestro