«Rappresentare il tavolo “Ecologia ed ambiente” all’Arena di Pace di Verona è stata una sorpresa graditissima. Dovevo sintetizzare in tre minuti il lavoro di nove mesi, ci ho pensato molto». Annamaria Panarotto ricorda con emozione l’esperienza del 18 maggio scorso: sul palco con papa Francesco e di fronte un’Arena gremitissima. Si è presentata e ha rivolto al Santo Padre alcune domande: “Come possiamo ritrovare il tempo per costruire relazioni di giustizia in quest’epoca segnata da velocità e immediatezza?”. E poi: “Siamo qui, apparteniamo a gruppi popolari, movimenti e chiese, vogliamo restare artigiani di pace, però sentiamo l’urgenza di avere risposte, vorremmo poter “costringere” la politica ad avere una visione diversa. Quale strade possiamo intraprendere?”.«Francesco ci ha risposto con una parola chiave: “pazienza” – racconta Annamaria -. Non la pazienza statica, ma la pazienza evangelica, attiva, di chi fa e sa aspettare con fiducia». «Aveva usato questa parola anche nel 2017, anno in cui siamo sorte come “Mamme No Pfas” – spiega la donna -. Attraverso il cardinale Parolin ha risposto allora ad una nostra prima lettera chiedendoci di “perseverare con pazienza per trovare le giuste vie”. Mi è sembrato di tornare all’essenza del nostro gruppo. Siamo tutte donne, la pazienza è una virtù tipicamente femminile. L’irruenza non porta bene».
Annamaria da anni percorre l’Italia in lungo e in largo, è arrivata fino a Bruxelles, al Parlamento Europeo, urlando a squaciagola alla politica e alle amministrazioni sempre la stessa cosa: “Basta Pfas, bonificate il sito della Miteni a Trissino, è inquinatissimo”.
A Verona è salita sul palco con Vanessa Nakate, giovane e coraggiosa custode della casa comune originaria dell’Uganda. «Non può esserci pace fra gli esseri umani se gli uomini e le donne non fanno pace con il creato», ha detto al Santo Padre.
Di pazienza le Mamme no Pfas, presenti a Verona in 74, compresi amici e sostenitori, ne stanno portando molta. «In questi anni abbiamo investito tanto tempo e fatica. – conclude Annamaria -. Eravamo in pochi, ora tutti sanno che cosa sono i Pfas, è coinvolto il nord Italia, non solo il territorio vicentino. Se n’è parlato in un’Arena di Pace e non è poco. Ora però deve muoversi la politica a tutti i livelli, vogliamo vedere i fatti. Purtroppo nel dibattito politico l’ambiente è ancora poco presente. Vogliamo che venga smessa la produzione di Pfas, il costo sociale e umano è altissimo. Non è indispensabile, alcune molecole possono sostituirlo. La nostra voce sarà paziente, ma sempre forte, chiara e determinata».
Marta Randon