L’attesa è che i giovani diano una spinta in più al cammino sinodale diocesano, per questo parroci e vicari hanno rinnovato l’invito del vescovo Giuliano perché ragazzi e ragazze partecipino attivamente sia alle assemblee vicariali che agli incontri parrocchiali. Anche per questo un gruppo di giovani è stato inserito nella “struttura organizzativa” del cammino sinodale. Si tratta di cinque giovani, indicati dalla Pastorale giovanile, che, con il ruolo di “coordinatori”, accompagneranno il lavoro dei facilitatori nelle parrocchie e nelle unità pastorali.
«All’inizio la proposta mi è sembrata molto più grande di me ma anche molto stimolante». Anna Gozzi è una di questi cinque coordinatori. Studentessa di psicologia clinica all’Università di Trieste, 24 anni, segue il vicariato di San Bonifacio, dove risiede e quello di Schio-Arsiero. «Credo che questo cammino abbia la potenzialità enorme di portare un cambiamento. La cosa bella è accompagnare le comunità partendo dal basso, cercando di coinvolgere le persone che non hanno partecipato alle assemblee vicariali. Ci sono bisogni e necessità diverse, età diverse e ogni opinione conta». Il filo conduttore che collega i vari territori sono le questioni che si riscontrano un po’ dappertutto: «Poca partecipazione dei giovani alle messe, meno persone disponibili per il servizio di volontariato, il ritrovarsi in pochi e la mancanza di preti – prosegue Anna -. Ci sono tante questioni da affrontare, ma trovo interessante confrontarsi e che la Diocesi abbia assunto una posizione diversa, più di ascolto».
Oltre ad Anna, gli altri coordinatori sono Giulio Lago, Emily Faggioni, Alessia Pettenuzzo e Giovanni Menegato. Quest’ultimo è un architetto di 27 anni che vive e lavora a Vicenza, coordinando i facilitatori del Vicariato Urbano, di Camisano e di Noventa-Riviera Berica. «Non è un lavoro semplice perché bisogna avere un rapporto personale con tutti i facilitatori, tenendo il passo con email, messaggi e telefonate – racconta Giovanni -. Però mi piace, mi appassiona il rapporto con le persone». Giovanni si confronta con una realtà cittadina molto grande, come Vicenza, e realtà dove le identità dei paesi sono più marcate, come il vicariato di Camisano.
«Come architetto queste dinamiche urbanistiche e sociali le trovo molto interessanti. Conoscere l’aspetto territoriale e geografico, dove si trova un posto rispetto ad un altro e perché, è una competenza che può aiutare. Nelle realtà come la Riviera Berica le identità locali sono più forti, ma a Vicenza hanno molta rilevanza i quartieri: a est più rurali, a ovest più popolari. I report che ho ricevuto finora dai facilitatori sono consapevoli di queste dinamiche e offrono molti suggerimenti utili che non si comprenderebbero senza conoscere i territori».
Dopo le assemblee vicariali che hanno dato il via ai lavori, tocca alle unità pastorali e alle parrocchie rispondere alla domanda “come mantenere le comunità vive e missionarie?”, con tutto ciò che questo comporta in termini di riflessione su strutture, ministerialità e annuncio del Vangelo.
«La cosa importante – spiega don Flavio Marchesini, Vicario episcopale per l’evangelizzazione nelle parrocchie riunite in unità pastorale – è che le comunità rimangano vive e missionarie, cercando di snellire alcune procedure economiche e amministrative per dedicare più tempo all’annuncio del Vangelo. Il grande tema sono le strutture, per esempio il consiglio pastorale, quello per gli affari economici, le fusioni tra parrocchie; ma la vera preoccupazione è per l’annuncio, quindi la ministerialità, la qualità delle celebrazioni e dei cammini formativi, capire come “camminare insieme” perché è la prima testimonianza di fede».
Il confronto nelle unità pastorali «si concluderà a metà maggio – spiega don Marchesini -. I facilitatori saranno aiutati dai 5 giovani coordinatori, che raccoglieranno le sintesi degli incontri che successivamente verranno esaminate da un “Laboratorio pastorale” composto da una quindicina di membri. Dopo l’estate, ci sarà un ulteriore incontro nei vicariati sulle sintesi elaborate dal Laboratorio pastorale. L’obiettivo sarà giungere ad alcune “proposizioni” da discutere e approvare nell’Assemblea finale, all’inizio del 2025».
Andrea Frison