«Conoscendoci, parlandoci e confrontandoci stiamo costruendo la Chiesa di oggi, non solo quella di domani». Ne è convinto Giulio Lago, 24 anni di Tezze sul Brenta, uno dei coordinatori del cammino sinodale diocesano che in questa fase sta accompagnando le comunità a vivere le assemblee parrocchiali. «In alcuni casi le parrocchie sono autonome, in altri occorre accompagnare – prosegue Giulio – ma tutti alla fine rimangono soddisfatti: le assemblee sono occasioni belle per confrontarsi, un momento per scambiarsi opinioni e conoscersi, anche all’interno della stessa parrocchia. E non mancano le proposte coraggiose».
Unità pastorale di Gazzo
Proprio per favorire questo scambio, l’Unità pastorale di Gazzo si è “inventata” una formula originale per svolgere l’assemblea: un vero e proprio pranzo comunitario nella barchessa di Villa Tacchi a Grantortino dove tra una portata e l’altra si affrontavano in ogni tavolata le domande proposte dalla Diocesi. «In tutto hanno partecipato circa 150 persone, provenienti da tutte le 5 parrocchie della nostra unità pastorale: Gazzo, Gaianigo, Grantortino, Grossa e Villalta – raccontano Gabriella Cricini, Maria Luisa Laminelli e Marco Brusarosco, facilitatori dell’assemblea. È stato un bel momento di comunità ed ha prevalso uno spirito di speranza costruttiva». Dopo la prima portata “Raccontiamoci la nostra comunità” (risotto) e la seconda “Progettiamo il futuro della nostra parrocchia” (arrosto, patate e contorni), il momento dei dolci è coinciso con “Proponiamo un’alternativa” alla proposta della Diocesi di fare dell’up di Gazzo un’unica parrocchia per poi aggregarla all’up di Camisano Vicentino: «quello che vorremmo proporre è di aggregarci a Piazzola, visti i maggiori collegamenti con quel territorio», riportano i facilitatori.
Unità pastorale di Tezze sul Brenta
Una proposta alternativa è stata elaborata anche dall’Unità pastorale di Tezze sul Brenta, Stroppari e Belvedere. Anche qui all’assemblea hanno partecipato circa 150 persone, suddivise i 14 gruppi di lavoro. «La diocesi propone di aggregare la nostra unità pastorale a quella di Cartigliano e Nove – racconta Matteo Refosco, facilitatore all’incontro -. Ma dall’assemblea abbiamo concordato su quella che ci sembra una proposta più coraggiosa e più di lungo periodo: fare di tutto il vicariato di Rosà un’unica unità pastorale, soprattutto alla luce della storia e dei legami che già esistono». Tra gli aspetti che l’assemblea ha evidenziato “positivi” all’interno dell’unità pastorale c’è la cura della pastorale giovanile. «In questi ultimi anni – racconta Refosco – abbiamo potuto avvalerci dell’aiuto di un animatore di comunità che è stato fondamentale nel costruire la rete tra le parrocchie. Il risultato è che ciascuna si è “specializzata”, per esempio nel Grest o nei gruppi giovanissimi. In generale, ci siamo resi conto che ogni comunità ha il suo “carisma”, il suo stile, e che le persone si spostano dove si trovano più a loro agio pur rimanendo all’interno di un cammino comune».
Andrea Frison