Sabato 3 febbraio avrà inizio la ventottesima edizione di uno dei festival musicali più caratteristici e peculiari del territorio vicentino: Vo’ on the Folks. Il programma della rassegna dedicata alla world music (genere musicale che unisce insieme musica popolare contemporanea e musica folk ed etnica) e alla musica celtica diretta da Paolo Sgevano prevede sei concerti che verranno articolati in quattro serate a cadenza quindicinale.
Il festival è organizzato dalla Sala della Comunità di Vo’ di Brendola, dove avranno luogo tutti gli eventi, e da Frame Evolution, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Brendola e Banca delle Terre Venete. Come nelle precedenti edizioni, anche per quella di quest’anno la rassegna attingerà dalle più diverse tradizioni e culture da vari angoli del mondo per offrire un repertorio musicale che spazierà dall’Ungheria al Senegal, passando per Cuba e la Moldavia, per poi concludersi con l’immancabile appuntamento con le armonie provenienti dall’Irlanda.
«Sebbene sia sempre più difficile riuscire ad inventarsi qualcosa di nuovo – spiega Ivan Pellizzari, presidente dell’associazione che gestisce la Sala della Comunità di Vo’ – abbiamo la fortuna di avere il nostro direttore artistico Paolo Sgevano che ci segue dal 1995 e che quest’anno ci ha proposto quattro serate che si svolgeranno all’incirca nello stesso periodo delle precedenti edizioni. Negli anni scorsi la risposta del pubblico è stata più che soddisfacente, al punto da ritrovarci in sala perfino alcune persone provenienti da altre regioni, e ci aspettiamo una buona affluenza anche in questa ventottesima edizione. Il tipo di musica che propone Vo’ on the Folks non rientra tra quelli commerciali che hanno un nutrito seguito di appassionati, ma proprio perché attinge da tipologie musicali differenti e va a ricercare i musicisti in ogni continente fa sì che in ogni serata, oltre ai soliti affezionati, ci sia un pubblico diverso che cambia a seconda degli artisti sul palco».
Una rassegna dunque non semplice da organizzare, ma in grado di regalare anche dei bei momenti dietro le quinte a chi si impegna in prima persona per realizzarla. Ricorda sempre Pellizzari: «Noi organizzatori abbiamo la grande fortuna di poter entrare in contatto con i musicisti che vengono a suonare al festival, con i quali può capitare di condividere dei momenti conviviali una volta terminato il concerto. Ad esempio anni fa abbiamo cenato nella canonica di Vo’ con Antonella Ruggiero, che soltanto una settimana prima era stata a Sanremo. Per noi è una specie di “spettacolo nello spettacolo” poter condividere alcuni momenti con artisti che hanno suonato insieme a tanti grandi musicisti e che hanno girato per tutto il mondo».
Ad inaugurare la rassegna il 3 febbraio ci saranno i Söndörgő (nella foto grande, ndr), una delle band ungheresi più affermate e tra le più innovative della world music di oggi. Oltre a strumenti a fiato e fisarmonica si esibiranno anche con la tamburitza, uno strumento a plettro molto diffuso nelle musiche popolari di Serbia ed Ungheria.
Il 17 febbraio ci sarà invece un doppio concerto: prima si esibirà Ernesttico, famoso percussionista cubano che tra le sue numerose collaborazioni può vantare quelle con celebrità del calibro di Jovanotti, Zucchero e Pino Daniele. Dopo salirà sul palco Violeta Grecu, una tra le più apprezzate artiste moldave che unisce la musica popolare del suo Paese con delle influenze di jazz. Due settimane più tardi, il 2 marzo, ci sarà un altro doppio concerto questa volta dedicato all’Africa: aprirà la serata Jo Choneca, che porterà i suoni della musica da ballo tradizionale del suo Mozambico riadattandoli in chiave moderna ed originale. Subito dopo sarà il turno di Cheik Fall, noto polistrumentista del Senega, insieme al quale si potranno ascoltare i suoni suggestivi ed unici delle percussioni africane.
Il 16 marzo, a conclusione della ventottesima edizione e a poche ore dal giorno della Festa di San Patrizio, ci si potrà immergere nelle armonie celtiche grazie allo spettacolo delle Green Clouds, un gruppo di cinque musiciste italiane pioniere del Keltronic, un genere musicale che unisce le sonorità celtiche con la moderna elettronica.
Pierfilippo Cangini