Diocesi In primo piano
Anche Vicenza ricorda la fondatrice dei Focolarini a 10 anni dalla morte

«Vi racconto Chiara Lubich»

Il vicentino Giovanni De Boni l'ha conosciuta personalmente a fine anni '40, e rivela: «Il Movimento poteva avere sede a Vicenza»
Chiara Lubich
di Lorenza Zago

Amica, sorella, confidente, maestra, madre. Chiara Lubich era, ed è ancora oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, tutto questo per coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Fondatrice del Movimento dei Focolari, esile di corporatura, ma con una grande forza che riusciva a trasmettere anche agli altri. «Viveva in maniera autentica, era cordiale, allegra, arguta, sempre pronta a donarsi al prossimo con rispetto».

La ricorda così Giovanni De Boni, 88 anni, dal salotto di casa a pochi passi dalla chiesa di Santa Bertilla a Vicenza. «L’ho incontrata per la prima volta alla fine degli anni ’40 durante una riunione del Movimento a Fiera di Primiero – racconta –. Lei conosceva tutto della mia famiglia. Le scrivevo per farle sapere della mia vita, per chiederle consigli, per avere una guida. Le sue risposte erano sempre ricche di contenuti. È stata una donna che ha donato quanto ha ricevuto in dono».

Il 14 marzo ricorre il decimo anniversario della morte di Chiara Lubich. Tutte le comunità del Movimento dei Focolari del mondo celebrano questa ricorrenza con molteplici iniziative, improntate sull’azione del carisma dell’unità come motore del cambiamento. Anche Vicenza ricorda la scomparsa della fondatrice dei Focolarini con un appuntamento in programma domenica 18 marzo, dalle 14.30, al teatro del Seminario Vescovile dal titolo “Un amore senza limiti. Ascolto, dialogo, incontro”.

Uno su 2 milioni

Giovanni è uno dei circa due milioni di focolarini nel mondo, tra aderenti e simpatizzanti, presenti in ben 190 nazioni. In prevalenza cattolici, ma anche ebrei, musulmani, induisti e buddisti. Un Movimento intergenerazionale composto da adulti, anziani, giovani e bambini. O meglio un “popolo” – come diceva la Lubich – in cui sono rappresentati i popoli di tutta la terra.

«Gesù che sperimenta l’abbandono del Padre sulla croce, espressione massima dell’amore, è uno dei punti chiave della spiritualità dell’unità di Chiara – dice Giovanni, mentre mostra alcune poesie che ha scritto pensando alla Lubich e ai suoi insegnamenti -. Il Cristo abbandonato, il Dio-Amore, l’opera di Maria sono le basi di questa spiritualità. Chiara ci ha donato una comprensione più profonda della Chiesa stessa».

Giovanni De Boni, 88 anni

Una nuova luce per la Chiesa

Per Papa Francesco, che nel 2015 ha aperto la causa di beatificazione per la fondatrice dei Focolari, la Lubich ha acceso una nuova luce per la Chiesa.

«Se torno con la mente a oltre sessant’anni fa, quando mi sono avvicinato al Movimento, mi rendo conto che mai avrei pensato che questo modo di vivere la fede e la vita avrebbe caratterizzato così tanto la mia esistenza – confida Giovanni -. Ero alla ricerca di qualcosa e quasi casualmente ho trovato Chiara e come me l’hanno trovata tantissime altre persone».

La Lubich a Vicenza

L’ex perito elettrotecnico di Vicenza, in pensione ormai da tempo, inoltre, è tra coloro che negli anni sessanta hanno partecipato alla costruzione del centro di spiritualità dei focolarini di Grottaferrata, vicino a Roma. «In quel periodo vedevo Chiara quasi tutti i giorni e lei aveva sempre una parola per tutti. “Non c’è amore più grande di quello di chi dà la vita per gli amici” è una delle sue frasi che hanno segnato la mia vita – ricorda Giovanni -. Qualche anno prima dell’inizio dei lavori nel centro romano emerse la possibilità di far diventare Vicenza sede spirituale del Movimento. In quell’occasione Chiara visitò la nostra città, e in particolare la zona di Monte Berico». Quella fu l’unica volta della Lubich nel Vicentino, provincia che oggi conta più di un migliaio di focolarini.

Commenta

Clicca qui per lasciare un commento