Non più contributi una tantum alle associazioni, ma un euro per ogni fattura emessa. Il mobilificio “Arredamento Meneghello” di Limena e la cooperativa sociale Jonathan di Piazzola sul Brenta hanno stipulato un accordo insolito e innovativo. Tanto da porsi come apripista a nuove modalità di sostegno al terzo settore.
Il ragionamento alla base è semplice: quando le richieste di supporto sono tante perché tante sono le realtà di volontariato del territorio, anziché dare pochi spiccioli a ciascuna e risultare così di scarso aiuto effettivo, è meglio sceglierne poche. E assegnare a queste poche beneficiarie una somma sufficientemente consistente. «Noi abbiamo deciso di dare priorità a “Jonathan” – spiega Susi Meneghello titolare del mobilificio -. Per come è organizzata e lavora. Ma, soprattutto, perché porta avanti un ventaglio molto ampio di attività sociali: non soltanto supporto ai disabili, ma iniziative ricreative e didattiche per tutti i minori (giochi e animazione, ma anche doposcuola), persino eventi culturali a 360 gradi. Peraltro con un’attitudine a fare rete che va a beneficio dell’intera zona. In altre parole portano avanti il bello, una delle nostre ragioni d’essere, visto che ci occupiamo d’arredamento. Mentre il fatto di dare contributi in base alle fatture ci è comunque molto più agevole».
«Non lo facciamo per un ritorno di immagine ma perché ci crediamo»
Pur senza specificare il fatturato complessivo, la titolare fa intendere che la quantità di fatture può superare tranquillamente il migliaio all’anno. E assicura che la sua azienda, una decina di dipendenti e più piani espositivi nella propria sede, ha un occhio di riguardo al sociale fin dalla fondazione nel 1964. «Quando ancora c’era mio padre al timone portavamo avanti progetti di collaborazione con le scuole locali. Non lo abbiamo mai fatto per un ritorno di immagine, essendo già conosciuti in più province del Veneto, ma perché ci credevamo».
Intanto, quelli della cooperativa sono ben felici dell’opportunità offerta. «Si tratta di un atto di solidarietà che si configura come una sorta di “adozione” – precisa Antonella Dorio, presidente di Jonathan -. Un accompagnamento che consentirà all’impresa di seguire passo dopo passo le nostre attività nell’arco di tutto l’anno. Speriamo che altre realtà imprenditoriali possano prendere ad esempio questa nuova forma di collaborazione. Questo perché implica una maggiore consapevolezza della propria responsabilità sociale. Nonché un’attenzione al contesto in cui si fa business, al di là delle necessità di profitto».