Lo stemma assume la forma di uno scudo africano. Al posto delle due tradizionali lance, dietro lo scudo, troviamo incrociati il bastone pastorale e il bastone del pellegrino. Il bastone ha una zucca legata su di esso che viene utilizzata per raccogliere e trasportare il latte lungo il cammino.
È questo lo stemma episcopale scelto da padre Christian Carlassare per la sua missione di Vescovo a Rumbek, in Sud Sudan che inizia ufficialmente venerdì 25 marzo con la consacrazione.
Il campo principale dello scudo è bianco. Questo colore simboleggia l’apertura, la disponibilità e la santità di vita. È in una forma di striscia che parte dal basso e sale verso l’alto, indicando il percorso della vita da intraprendere con coraggio. Le due forme laterali sono di colore rosso e simboleggiano la terra d’Africa che richiamano la testimonianza cristiana e la donazione di sé per promuovere la vita.
Il cammino della vita cristiana inizia con l’acqua del battesimo che indica la nostra conversione e professione di fede. Questa fede si alimenta con il pane: il pane da mangiare e il pane eucaristico che è Gesù Cristo che viene a noi e ci accompagna lungo il cammino. Il pane eucaristico è pane spezzato e donato per tutti, in esso Gesù ci ha dato la sua vita e ci chiama ad essere pane spezzato e donato a tutti i nostri fratelli e sorelle. Il pane spezzato rappresenta anche la nostra missione. E, come diceva san Daniele Comboni, l’opera di Dio, cioè la missione di evangelizzazione, inizia ai piedi della croce. La croce della prova e della sofferenza può essere un ostacolo per continuare il nostro cammino di fede ma può anche diventare una scala per salire più in alto.
Le tre figure a destra rappresentano tre persone africane: una donna, un uomo e un bambino. L’uomo indossa una fascia bianca e la donna perle bianche a significare la dignità e la liberazione del popolo africano e l’impegno di ogni cristiano a portare quella liberazione agli altri. Il bambino ci ricorda la nostra vocazione di aiutare gli altri a crescere in Cristo. Rappresentano anche la Sacra Famiglia – Gesù, Giuseppe e Maria – poiché la cattedrale di Rumbek è sotto il loro patrocinio. E possono incarnare ogni famiglia che è una Chiesa domestica. Ci aiutano anche a ricordare i santi e martiri africani, come santa Giuseppina Bakhita (figura fondamentale per padre Carlassare), padre Barnaba Deng, don Arkangelo Ali, molti catechisti e altri cristiani che hanno offerto la loro vita per la fede e la salvezza di altre persone.
Sul lato sinistro c’è la colomba bianca che porta un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace e riconciliazione. Questo messaggio dice al popolo del Sud Sudan che Dio desidera donarci la sua pace e sollecita tutti a lasciarsi alle spalle le divisioni e la violenza del passato. Ci invita a aprire la porta a un futuro di pace. Qualsiasi tipo di discriminazione o emarginazione è una deliberata negazione dell’unità che tutti noi abbiamo in Cristo.
Pertanto, il motto OMNES UNUM IN CHRISTO è preso da San Paolo ai Galati 3,28: “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.”