Via Crucis

Stazione IV – Il dialogo muto tra la Madonna e Cristo

di don Francesco Gasparini, Manuela Mantiero

L’anima di Maria è sommersa nell’amarezza di Gesù, ma la luce del volto del Figlio le dà forza.

Il dipinto è costruito sul dialogo muto tra la Madonna e Cristo. Nonostante il volto di Madre e Figlio, infatti, siano leggermente spostati rispetto al centro dell’opera, è il loro scambio di sguardi che attira l’attenzione del fedele, quel comunicare con gli occhi e con le mani. Il volto della Vergine e il portare in alto, sopra il petto, le mani aperte costituiscono davvero il punto focale della tela e ci restituiscono tutto il dramma di una madre che vede così patire il proprio figlio. La figura di Cristo, risaltata dal verde acido della veste, è collocata lungo la mediana verticale della tela e ne costituisce l’asse attorno al quale ruota la composizione. Il viso di Gesù è voltato verso Maria, di Lui non si vedono i tratti somatici ma si distinguono bene i rivoli di sangue che, dalla fronte, scendono lungo la tempia, ferita inferta dalla corona di spine posta sul capo.

Le mani sono appoggiate sul legno della croce, il corpo è statico con i piedi ben piantati a terra. Unico elemento che ci fa percepire la tensione del momento è la torsione, quasi innaturale, del collo che intensifica la forza di questo scambio di sguardi. Intorno c’è sempre la folla, ferma come Cristo e sua Madre. Elementi di passaggio fra il primo piano e lo sfondo sono le due figure, entrambe sospinte in un leggero movimento, che si frappongono tra Gesù con Maria e la gente. A sinistra una donna, che vive nel volto e nell’atteggiamento lo stesso stato d’animo della Madonna, e a destra un uomo di cui il pittore cela il volto coprendolo con la croce. Personaggi cardine del dipinto dal punto di vista dell’equilibrio compositivo. (m.m.) I discepoli sono fuggiti, Maria non fugge. Ella sta lì, con il coraggio, con la fedeltà, con la bontà della madre. Resiste all’oscurità di quel momento con la sua fede.

Gesù si è appena rialzato quando incontra sua Madre. È ai bordi della strada che sta percorrendo. Maria guarda Gesù con immenso amore, con le lacrime che sgorgano dai suoi occhi, incredula di quanto sta vedendo. E quelle mani sono lì aperte, per abbracciare il volto del Figlio che da sempre ha seguito. Su quelle mani arriva la luce del volto di Gesù, luce che rischiara il crepuscolo del volto di Maria. Gesù, pur segnato dal sangue sulla fronte, pur stanco del peso, sembra abbozzare un sorriso verso la Madre: consolazione e forza per lei. E Gesù guarda sua Madre; i loro occhi si incontrano, ciascuno dei due cuori versa nell’altro il proprio dolore. L’anima di Maria è sommersa nell’amarezza di Gesù, ma la luce del volto del Figlio, che arriva sulla sua penombra, le dà forza e fiducia.

Una donna scarmigliata è vicina a Maria, incredula, attonita, senza parole, mentre un uomo sulla destra manifesta rancore (quel pugno chiuso!) in una smorfia di cattiveria del viso. Forse è furibondo che Gesù avesse una Madre tanto coraggiosa da essere presente accanto al Figlio. In quel tormento di una folla urlante e di una esecuzione di morte imminente, Maria fende la folla e si fa vicina a Gesù. Poche parole. Uno sguardo. Non c’è né spazio, né tempo per far di più, ma basta. Quando una persona è condannata dalla società, isolata perché non è più conveniente starci assieme, derisa dopo tanti successi, quando da questa persona non si possono più ghermire benefici e vantaggi, tutti cambiano bandiera e si accodano al trionfatore o all’accusatore di turno. Si dimentica tutto. Maria no. È lì, davanti a quella folla accondiscendente verso l’autorità, e si fa vicina a suo Figlio, sfidando ogni norma, rimane solidale con lui, sempre. Dobbiamo imparare da Maria.

Abbiamo visto madri, che andate incontro a figli in mano della giustizia, passati di prigione in prigione, figli distrutti dalle droghe, ammalati nel corpo e nello spirito, figli che alzarono la mano contro gli stessi genitori, caddero svenute, si sentirono morte dentro, versarono tutte le loro lacrime, ma nel cuore e con la preghiera accompagnavano la loro “via Crucis”, come Maria. E nella lunga tribolazione dei loro figli furono caparbiamente sempre loro vicine. Come Maria. Da imparare

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