Non Dalla Guerra

Share the journey. Per una cultura dell’incontro

La campagna lanciata da Papa Francesco promuove iniziative capaci di costruire relazioni tra migranti e comunità locali
I ragazzi dell’associazione Non Dalla Guerra in Giordania assieme ad alcuni rifugiati (ph. Matteo Mabilia)
di Lorenza Zago

Costruire relazioni e promuovere la cultura dell’incontro tra migranti, rifugiati e comunità locali. È questo l’obiettivo della campagna “Share the journey”, ovvero “Condividiamo il viaggio”, promossa dalla Caritas Internationalis in 160 Paesi del mondo e lanciata da Papa Francesco alla fine dello scorso settembre. L’iniziativa, della durata di due anni, si svilupperà sia sui social network – dove chiunque può postare foto con le braccia aperte ripetendo così il gesto del reach out fatto dal Santo Padre a simboleggiare la disponibilità all’accoglienza – ma soprattutto con delle azioni concrete a livello locale, nazionale e globale.

«La speranza è quella di condividere il viaggio, perché il viaggio lo si fa in due – ha detto il Pontefice, durante il lancio della campagna -. Per i migranti che vengono nella nostra terra e per noi che andiamo verso di loro per capirli e sostenerli. Non chiudete le porte alle persone migranti se volete che le vostre società ne escano arricchite».

«Con “Share the journey” si vogliono stimolare le comunità a creare relazioni con i rifugiati e i migranti, incoraggiando l’incontro e il dialogo – spiega, invece, Alfonso Apicella di Caritas Internationalis -. Abbiamo preparato una guida con una decina di possibili buone pratiche che possono essere condivise non solo dalla rete Caritas, ma da tutta la società civile».

Organizzare incontri con i migranti nelle parrocchie o in altre realtà per conoscere le loro storie, oppure programmare corsi di lingua per chi proviene da terre lontane favorendo la comunicazione, coinvolgere il mondo della scuola o la cittadinanza in progetti artistici sul tema della migrazione interessando i migranti stessi. E, poi, creare una rete formale capace di sviluppare i processi di integrazione, dare vita a un confronto con gli attori politici della propria comunità locale o nazionale, ma anche promuovere momenti di riflessione e di preghiera condivisa.

Questi sono solo alcuni dei modi con cui si può partecipare alla campagna “Share the journey”, che vede la collaborazione anche della rete ecumenica Act Alliance e di alcuni organismi delle Nazioni Unite come la Fao o l’Unhcr.
«Ciò che è fondamentale sottolineare è che si tratta di una campagna mondiale che riguarda tutti i Paesi, non solo il Nord del mondo. Si vuole, quindi, promuovere la cultura dell’incontro nei Paesi da cui i migranti partono o ritornano, in quelli in cui transitano e non soltanto in quelli in cui decidono di stabilirsi – prosegue Apicella -. In Europa senza dubbio “Share the journey” avrà un ruolo chiave nel percorso di integrazione e nel favorire l’eliminazione dei pregiudizi e della diffidenza nei confronti dello straniero, ma dobbiamo ricordarci che la grande maggioranza delle migrazioni mondiali si sviluppa all’interno dell’Africa e dell’Asia».

Diverse, inoltre, le tappe che caratterizzeranno questi due anni. Dal 17 al 24 giugno, infatti, la campagna di Caritas promuove la “Settimana di Azione Globale” (in concomitanza con la Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno), durante la quale verrà presentata ogni singola azione o iniziativa locale promossa e attivata in tutto il mondo.
Non solo: nel settembre del 2019 in tutti i 160 Paesi partecipanti saranno organizzati dei mini-pellegrinaggi in luoghi significativi per le varie comunità in modo da ribadire l’importanza del camminare insieme ai migranti.

«Ora ci aspetta un altro importante appuntamento perché Caritas Internazionalis, con altre 165 organizzazioni aderenti, da febbraio 2018 sarà tra gli interlocutori delle istituzioni internazionali nella preparazione dei Global Compact sull’immigrazione in sede Onu, dove porteremo anche i risultati ottenuti con “Share the journey” – dice Apicella -. Siamo molto soddisfatti di come sta andando la campagna per il momento, sia per quanto riguarda la grande attenzione mediatica che ha avuto grazie soprattutto alle parole di Papa Francesco, sia per le azioni e le iniziative che già diverse realtà hanno intrapreso in questi soli primi tre mesi di lavoro».

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