Sabato scorso 400 giovani, e con loro anche il vescovo Beniamino, hanno raggiunto a piedi la cima del monte Summano per vivere l’ultima tappa del cammino sinodale diocesano, proiettandosi idealmente a Roma dove l’11 agosto ci sarà l’incontro con papa Francesco prima del sinodo dei Vescovi di ottobre.
Il senso del pellegrinaggio
Il pellegrinaggio, la famiglia e il progetto di Dio sono le tre le immagini che il vescovo Beniamino ha consegnato nella sua meditazione ai giovani presenti, a partire dal racconto del vangelo di Luca di Gesù al tempio che si allontana dai genitori con loro preoccupazione. «Il pellegrinaggio – ha spiegato il Vescovo – è figura della propria esistenza, è un tempo di prova e di verifica delle proprie risorse e dei propri limiti. Con quale spirito – ha chiesto – mi preparo a compiere l’esperienza del pellegrinaggio?». «La famiglia – ha proseguito – rappresenta la mia origine, le mie radici, la mia sicurezza. Ora che divento adulto – è l’altra domanda posta ai giovani presenti – so scoprire una “famiglia” più ampia, più grande, più aperta?». E infine mons. Pizziol ha chiesto: «Anch’io mi sento chiamato a occuparmi del progetto di Dio sulla mia vita, sulla Chiesa, sul nostro mondo?».
Il Summano e i giovani
Tra i giovani e il Monte Summano c’è sempre stato un legame speciale come racconta la storia del XX e XI secolo: dal 1923 quando su invito del vescovo Rodolfi erano andati addirittura a erigere la croce in cemento armato alta 16 metri, come segno di pace dopo il terribile conflitto mondiale al 1983 in occasione dell’Anno Santo della Redenzione (e 60° anniversario della croce in cemento), dal 1993 anno in cui fu posto il Cristo in acciaio alto 12 metri in acciaio al 2001 come momento successivo alla Gmg nel 2000.
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