Tra le prime propaggini delle Prealpi Vicentine, delimitato a nord dalle gole che scendono nella valle di Posina e a sud dall’Altopiano del Tretto, il Monte Novegno è un luogo in cui la natura incontra la storia.
Con alle sue pendici la città di Schio, il massiccio è stato teatro della Prima Guerra Mondiale e ancora oggi sono numerose le tracce che testimoniano quel passato tra strade, gallerie e trincee. Uno dei luoghi simbolo si trova sulla sua vetta più alta, Monte Rione (1691 metri), dove troviamo l’omonimo Forte che ebbe un ruolo chiave nelle battaglie del 1916. Insieme al Priaforà, al Monte Giove, a Cima Alta, al Monte Calliano e al Monte Cimetta, il Forte compone l’Ecomuseo della Grande Guerra. Sono diversi i percorsi – quasi tutti segnalati dal Cai, alcuni ripidi e impegnativi e altri molto dolci – che si possono intraprendere per conoscere questo meraviglioso territorio dell’Alto Vicentino.
Un itinerario semplice da scoprire, soprattutto con l’arrivo della bella stagione, e adatto anche alle famiglie con bambini è l’anello che circonda Busa Novegno: conca prativa caratterizzata dalla vasta varietà di specie floreali e dalla fauna selvatica (uno dei principali abitanti è la marmotta). Il cammino inizia in quota vicino al parcheggio che si trova a poca distanza dall’ingresso in Busa (1484 metri). In pochi minuti si raggiunge Malga Davanti per poi continuare sulla strada sterrata che costeggia il margine sud della conca. Arrivati a un bivio si può scegliere se proseguire lungo il sentiero 400 che rimane all’interno della Busa oppure imboccare la strada forestale che porta a Campedello. Nell’area della conca merita una tappa l’osservatorio astronomico gestito dal Gruppo Astrofili di Schio:

schermato dalle luci della pianura è un punto d’osservazione privilegiato per scorgere tutte le bellezze del firmamento. L’osservatorio è intitolato a don Francesco Faccin, astronomo scledense inventore dell’elio-cronometro.
Per coloro che decidono di proseguire verso Campedello, l’itinerario continua fino a poco prima di iniziare la discesa, dove si deve svoltare a sinistra per prendere il sentiero 440 che guarda a Cima Alta e al monte Vaccaresse. Sia il sentiero 400 che 440 circondano da nord la Busa e si immettono sulla campestre (422) che scende dal Forte Rione chiudendo l’anello con la carrabile che porta al punto di partenza. Il tempo di percorrenza è di circa un’ora e mezza. Per chi, invece, desidera cimentarsi in un percorso un po’ più impegnativo, sempre dal parcheggio vicino a Busa Novegno prende il via un itinerario che tocca le principali sommità che circondano la conca. Da Malga Davanti si arriva alla cupola dove è posta la croce in metallo del Novegno per poi scendere lungo la strada che giunge dalla Casara Vecchia. E subito si risale verso Monte Cimetta. La terza altura che si incontra è Cima Alta, che si raggiunge imboccando – nelle vicinanze del sacello in ricordo dei Caduti della Prima Guerra Mondiale – la strada forestale che dalla Busa porta a Malga Campedello prima e il sentiero verso nord poi.

Dalla conca si risale verso Monte Rione per ritornare giù lungo la via in cresta che conduce al punto di partenza. In questo caso il tempo di cammino necessario è di quattro ore.
Gli itinerari per lasciarsi incantare dalle meraviglie di questi luoghi, però, sono davvero numerosi e uniscono le due anime del massiccio: amore per la natura e per i paesaggi incontaminati e cura e attenzione per una storia da custodire e tramandare.
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