Un’escursione che consente di ammirare splendidi panorami 1.800 metri di altitudine che ricordano i paesaggi irlandesi.
Un’escursione tra le malghe della Lessinia offre un’occasione unica di ammirare splendidi panorami e scorci a 1800 metri di altitudine tra le provincie di Verona e Trento. La Lessinia è un altopiano amato da quanti vivono la montagna come un’esperienza a diretto contatto con la natura, un ambiente che è stato paragonato, per le sue verdi distese, ai paesaggi dell’Irlanda.

Durante i mesi estivi l’altopiano dei Lessini diventa un grande palcoscenico naturale per chi vuole vivere la montagna in maniera intensa ecoinvolgente. È un ambiente unico sia dal punto di vista geomorfologico che paesaggistico, storico ed ambientale. Il territorio dell’alta Lessinia, che dai 1200 metri supera i 1800 metri nella sua parte nord-orientale, si caratterizza per la presenza diffusa delle malghe, forma di utilizzo fondiario costituita da pascoli più o meno estesi, boschi e strutture funzionali alla pratica d’alpeggio estivo che per secoli ha regolato con tempi, usanze e azioni la vita di montagna.
Nel territorio esistono più di 120 malghe. In quest’area si trova anche il Parco Naturale Regionale della Lessinia, un paradiso verde incastonato tra le Piccole Dolomiti e il Monte Baldo, più di 10.000 ettari fino a quasi 2000 metri di altitudine esteso in 15 Comuni. L’itinerario che raccontiamo è La Strada delle Malghe, che porta ai pascoli e passa a tratti in un bosco di faggi fino ad arrivare al Rifugio Castelberto, da dove si gode di un panorama unico dal Baldo al Carè Alto, alla Presanella, Brenta, Val d’Adige, Pasubio e Carega. Dall’altopiano, punto di vista privilegiato per ammirare i dintorni, lo sguardo spazia dalla Vallagarina fino alla parte meridionale del Lago di Garda in territorio trentino.
A sud di Ala, dopo aver superato la chiesetta romanica di San Pietro in Bosco, si può imboccare la strada della Sega – Monti Lessini che si inerpica sulla montagna, superando in breve un dislivello di oltre 1000 metri. Lungo il tragitto, tornante dopo tornante, si può ammirare la vista panoramica sulla valle sottostante solcata dal percorso del fiume Adige. Dalla località Sega il paesaggio si trasforma in un lieve altopiano con ampi prati, boschi di faggi e malghe con i caratteristici tetti in pietra ed ancor oggi utilizzate per l’alpeggio dei bovini. I fenomeni carsici hanno modellato il paesaggio facendogli assumere forme caratteristiche, come le voragini prodotte dalle erosioni, i campi solcati e carreggiati, i blocchi monolitici isolati, le doline, le grotte (famosa quella della Spluga della Preta, tra le più profonde al mondo, 886 metri) e i cippi in pietra che fin dal 1754 segnavano il confine tra la Provincia del Tirolo e del Regno Lombardo-Veneto.
I fenomeni carsici hanno modellato il paesaggio creando voragini, campi solcati e carreggiati, blocchi monolitici isolati e grotte.

Dopo avere parcheggiato la macchina in località Sega di Ala, prendiamo il sentiero nel bosco, seguendo le indicazioni Giro delle malghe in direzione malga Cornafessa. Dopo circa un chilometro, al primo bivio si svolta a sinistra e si attraversa uno degli ultimi nuclei di faggi secolari della Lessinia. L’itinerario prosegue per una comoda stradina che ci porta, dopo circa 20 minuti di cammino, all’ampio prato di Malga Cornafessa. Seguendo il sentiero, attraverso i pascoli e lungo il crinale, arriviamo a Malga Lavacchione. Da questo punto si può compiere un itinerario più breve (circa 3,5 chilometri) e scendere lungo la strada bianca fino a Malga Maia e quindi alla conca di Sega. Continuando invece l’itinerario, si prosegue entrando in un una folta abetaia e in circa 30 minuti si raggiungono i prati di Malga Revoltel. Poco prima della malga, deviando a destra, attraverso un prato pianeggiante, si arriva a Malga Coe di Ala. Proseguendo lungo il percorso leggermente in salita, arriviamo al punto più alto e panoramico del nostro itinerario: Cima Castelberto a 1765 metri di quota.
Da qui si può godere di una vista davvero suggestiva: verso est le Piccole Dolomiti e il Gruppo del Carega, a nord la valle dell’Adige fino a Rovereto e, in lontananza, le Dolomiti di Brenta, la Presanella, l’Adamello, ad ovest l’Altissimo e la Catena del Monte Baldo che degrada verso il Lago di Garda. Si scende quindi il sentiero verso Malga Lessinia superata la quale si devia a destra, in direzione di Malga Campo Retratto e, più in basso, fino a Malga Lavacchietto. Entriamo quindi in un bosco di conifere e scendiamo per il Vajo delle Cisterne fino ad incrociare sulla sinistra una strada che in pochi minuti riconduce ai prati della Malga Maia e quindi nuovamente alla conca di Sega di Ala.
Nell’ultimo tratto, prima di arrivare alla conca sotto il pascolo di Malga Maia, possiamo deviare su un facile sentiero e ammirare il grande faggio detto La Regina, un vero monumento vegetale.
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