Gentilezza

La gentilezza, antidoto all’idolatria dell’individuo

di don Matteo Zorzanello

Da una riconciliazione non epidermica può nascere uno sguardo nuovo e più vero rispetto ai cammini personali e comunitari.

Ci sono caratteristiche che generalmente vengono riferite all’ambito del galateo, inteso come modalità di relazionarsi con l’altro e la comunità in maniera regolata, accettabile e accettata. La gentilezza sembrerebbe andare proprio in questa direzione o forse, meglio, finora era stata usata quasi solo per quell’ambito. Il Dizionario Garzanti definisce la gentilezza come “essere gentile d’animo e di modi”, quindi una caratteristica che ha a che fare più con lo stile che con azioni precise. Sorprende perciò trovare esplicitamente il tema della gentilezza nei numeri 222-224 della Fratelli Tutti, al termine del capitolo sul tema del dialogo e dell’amicizia sociale: è una caratteristica che finora raramente aveva trovato spazio su documenti di questo tipo. Il tema del dialogo e dell’amicizia sociale nell’enciclica sfocia, infatti, nella novità del recuperare la caratteristica della gentilezza, tratto che si riconosce come necessario in chi intende diventare artigiano di pace e di fraternità. La gentilezza, più esplicitamente, va a contrapporsi all’individualismo, caratteristica che è andata progressivamente a imporsi a causa della visione capitalistica che progressivamente ha conquistato il mondo intero.

L’individualismo nell’epoca contemporanea è diventato un atteggiamento che va a innestare processi animati dalla ricerca del tornaconto individuale, a prescindere dall’altro, motore di soprusi e di ingiustizia e dove l’altro viene percepito come un ostacolo alla mia personale tranquillità. Lo spirito del “si salvi chi può”, diventato predominante in questo periodo di pandemia, è l’esito finale di un percorso individualista: ognuno pensa a sé e cerca di correre più veloce di tutti gli altri. La gentilezza come antidoto a questo meccanismo perverso che automaticamente si innesta in un mondo segnato dall’idolatria dell’individuo. San Paolo nella lettera ai Galati (Gal 5,22), contrapponendoli alle opere della carne e della legge, cita tutta una serie di atteggiamenti definiti come “frutto dello Spirito”: “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Tra queste papa Francesco predilige la parola greca “chrestotes” tradotta come “mitezza” nel testo in italiano ma con una ricca presenza di sfumature di significato.

Gentilezza allora come atteggiamento di chi si pone in maniera costruttiva nel rapporto con l’altro, che preferisce cercare i punti di contatto piuttosto che di divisione, che nel momento della correzione fraterna non infierisce e non umilia ma piuttosto sostiene, spiega, conforta e accompagna. Gentilezza riconosciuta come dono dello Spirito capace di costruire il mondo della libertà dell’amore e non schiavo della legge e dello “spirito del mondo”. Già nell’udienza generale del 13 maggio 2015 in piazza San Pietro Papa Francesco aveva proposto tre parole per descrivere il modo in cui poter vivere in pienezza la vita in famiglia. Per farlo aveva usato l’immagine della porta di casa di una delle nostre famiglie dove vengano scritte le tre parole chiave per una vita felice: “Permesso? Grazie e Scusa”. Parole semplici ma che ‘racchiudono una grande forza: la forza di custodire la casa, anche attraverso mille difficoltà e prove; invece la loro mancanza, a poco a poco apre delle crepe che possono farla persino crollare”. E chiude la riflessione di quell’udienza dicendo: “Il Signore ci aiuti a rimetterle al giusto posto, nel nostro cuore, nella nostra casa, e anche nella nostra convivenza civile”.

Le stesse parole le ritroviamo anche al punto 224 dell’enciclica, a descrivere la liberazione dalla crudeltà nelle relazioni attraverso il miracolo della gentilezza. Perciò la gentilezza diventa il tratto principale in chi crede e vive la fraternità come scelta di vita, in chi sogna e si impegna a costruire un mondo di pace. E quando questo atteggiamento diventa cultura, allora arriva a trasformare radicalmente lo stile di vita di tutta la società, trasforma i rapporti sociali e rende possibile la ricerca del consenso attraverso il confronto. Per concludere, a questo proposito, nel 2017 è uscito un film davvero interessante, da vedere: si tratta di “Wonder” con Julia Roberts e Owen Wilson. Il film racconta la storia di un bambino con una grave deformità facciale che affronta la scuola per la prima volta. E durante il film il ragazzino protagonista August Pullman, affrontando le difficoltà legate al suo aspetto fisico nelle relazioni con gli altri, arriva a dire: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. E poi mentre racconta la sua esperienza in una sala gremita afferma: “Se ogni singola persona presente in questa sala, assumesse come regola quella di cercare, ovunque si trovi e ogni volta ne abbia la possibilità, di comportarsi in modo più gentile del necessario, allora il mondo sarebbe davvero un posto migliore”.

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