14 vicariati, circa 200 persone attese per volta, 210 facilitatori e facilitatrici reclutati e formati per l’occasione. Sono questi i numeri degli incontri nel territorio diocesano ‘Camminando si apre il cammino’, voluti fortemente dal vescovo Giuliano, in programma a partire da sabato 13 gennaio. Obiettivo fare il punto della situazione e tracciare insieme il futuro. Un discernimento pastorale a tutti gli effetti. Si comincia dal Vicariato di Sandrigo-Dueville a partire dalle 14.30. Il giorno dopo, domenica 14, l’appuntamento è a Fontaniva- Piazzola sul Brenta. Così per 14 volte fino a domenica 17 marzo nel Vicariato di Lonigo (tutte le tappe nel box a destra).
Due i principi guida.«Partiamo dalla bella domanda di papa Francesco: ‘Cosa possiamo fare per camminare insieme in vista dell’evangelizzazione?’ spiega don Flavio Marchesini, vicario episcopale per l’evangelizzazione nelle parrocchie riunite in Unità pastorali- . Viviamo un tempo in cui bisogna presentare il Vangelo con una certa freschezza e originalità , ma dobbiamo farlo insieme, non individualmente».
Il secondo principio, cuore della questione, ha a che fare con la riforma della Diocesi culminata nel 2018 con la stesura delle linee guida sulle Unità Pastorali e che nell’ultimo anno ha visto un ulteriore sviluppo elaborato dai vari consigli diocesani, presbiterale e pastorale e dagli Uffici di Curia . «Il vescovo Giuliano desidera che le nuove prospettive, vengano ora discusse e verificate assieme ai fedeli delle comunità che compongono la diocesi» continua il vicario.
Circa 200 persone coinvolte per ogni vicariato, dicevamo, a seconda della grandezza delle Unità pastorali, tra cui preti, diaconi, consacrate, alcuni membri dei consigli pastorali o unitari, catechisti e animatori, operatori Caritas, rappresentanti dei vari gruppi costituiti e – per volontà del Vescovo – una buona percentuale di giovani, più o meno legati alle parrocchie affinché si aprano e raccontino gioie e malesseri.
Divisi in gruppi, preti e laici, si incontreranno per riflettere e rispondere, per iscritto, ad alcune domande: L’attuale configurazione delle Unità pastorali funziona? Come è stata accolta? Quali sono i problemi? Le sfide? Le opportunità ?
Gli incontri saranno moderati ogni volta da 15 facilitatori per Vicariato, uomini e donne con buone capacità di ascolto, appositamente formati. Centrali sono senza dubbio le questioni di un clero sempre più anzano e del coinvolgimeno dei laici, sia nella forma dei ministeri istituiti che nella forma dei gruppi ministeriali. Importante anche la questione delle fraternità presbiterali. Il percorso è iniziato lo scorso novembre con la formazione di un ‘laboratorio pastorale’ composto da esperti di teologia, comunicazione, pastorale giovanile e catechetica,coordinato da don Marchesini. Da gennaio a marzo si terrano gli incontri vicariali. Le varie comunità tra aprile e maggio invieranno a don Marchesini riflessioni, proposte, correzioni. «La Diocesi, se necessario, è pronta a mettere in discussione le decisioni prese – spiega il vicario episcopale -. Anzi siamo pronti ad accogliere suggerimenti per presentare nuove ipotesi da condividere nei prossimi mesi». A fine 2024, infatti, si tornerà nei Vicariati per un ascolto più da vicino e un confronto finale. Il progetto si concluderà agli inizi del 2025 con un’assemblea diocesana che tirerà le fila. Solo allora sarà chiaro quale potrà essere l’assetto territoriale e organizzativo futuro della nostra diocesi. «Le sfide sono senza dubbio legate ai numeri – sottolinea don Marchesini -. Siamo preoccupati soprattutto perché ci sono sempre meno fedeli che partecipano alle messe.Tenere aperte le chiese costa, c’è il riscaldamento, l’organizzazione delle celebrazioni, economicamente è dura. Però batte in noi il desiderio vero di camminare insieme».
Il titolo di questa prima tappa è ‘Due di loro erano in cammino’. Il riferimento è al Vangelo di Luca (24,1335). «I due discepoli di Emmaus erano tristi: è un po’ la nostra fotografia – riflette don Marchesini – ma non dobbiamo scordare che il Signore si fa presente soprattutto nei momenti difficili. Non dobbiamo vivere da ‘disperati’, c’è una presenza che ci accompagna e che ci vuole dire qualcosa. Mettiamoci in ascolto». I due discepoli di Emmaus ‘certamente vivono della memoria di ciò che è accaduto a Gerusalemme, laddove si è consumata la violenza degli uomini su di un Innocente fino al punto da farlo morire come uno dei peggiori criminali – scrive il vescovo Giuliano nella lettera per il cammino sinodale 2023-2024 nella diocesi di Vicenza -. Eppure non restano immobili nella loro sofferenza come non coprono con l’attivismo le loro paure. Sono in cammino e trovano la forza di stare insieme e narrarsi ciò che vivono. Trovano la forza per condividere ciò che portano nel cuore’. ‘Forse non tutti siamo in cammino – scrive ancora mons. Brugnotto -. Qualcuno è fermo, probabilmente seduto ai bordi di questa nostra storia in attesa di una non ben definita nuova condizione. Alcuni sono lì aggrappati al passato, alle sue tradizioni, al tempo in cui la Chiesa contava davvero; ma sono fermi e le vicende degli uomini sono in costante travaglio e mutamento. Altri vanno di corsa in preda all’ansia di produrre beni e fare molte attività ; non disposti a rallentare il passo per condividere le domande che nel profondo della coscienza interrogano il senso della vita’. «Vogliamo davvero allargare gli orizzonti – dice ancora don Marchesini -, coinvolgendo anche coloro che in questo momento si sentono ai margini delle nostre comunità parrocchiali». Ciascuno dei 14 incontri vicariali si concluderà con una messa celebrata con il vescovo Giuliano: «Come i discepoli di Emmaus i partecipanti troveranno la forza di continuare il cammino dalle celebrazioni eucaristiche che chiuderanno i pomeriggi» conclude il vicario.
Marta Randon