Itinerari

Dal Lago di Garda alla Foresta del Cansiglio


Un affascinante tour di 360 km percorribile a cavallo, mountain bike e trekking attraverso l’anfiteatro naturale più bello d’Italia.

Un tour panoramico percorribile a cavallo, mountain bike e trekking attraverso l’anfiteatro naturale più bello d’Italia che dal Lago di Garda porta alla Foresta del Cansiglio, passando tra le province di Verona, Vicenza, Belluno, Treviso e Pordenone. È la Via delle Prealpi – affacciata a sud su Venezia e a nord sulle Dolomiti, entrambe riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità – che conta dodici itinerari sviluppati su ampi sentieri e strade forestali. Un’operazione che porta la firma di Regione del Veneto e che va ad esaltare la ricchezza ambientale e paesaggistica di questo territorio. 360 km di percorsi, 56 malghe e ristori, 42 noleggi e service, 70 strutture ricettive, 257 m s.l.m. l’altitudine minima (Caprino Veronese), 1757 m s.l.m. l’altitudine massima (Col Visentin) sono alcuni numeri di questo progetto. Ce n’è letteralmente per tutti i gusti: si può scegliere tra il percorso “il gran lago dal monte Baldo”, dove passeggiare tra oltre 1900 specie di fiori, con panorami sulla val d’Adige e scorci sul Lago di Garda, e il circuito “la Valpolicella superiore”, alla scoperta di antiche cave di marmo rosso, tra vigneti e uliveti secolari: una terra capace di regalare viste poetiche e paesaggi indimenticabili, dal clima mite, ideale per dare vita a celebri vini. Si possono percorrere le “antiche terre dei cimbri” in Lessinia, sulle “Cime della Luce – LuxSinum”, via così chiamata da tempi antichi per i caratteristici pascoli erbosi e soleggiati che regalano silenzi contemplativi tra le testimonianze storiche.
Quello dei “grandi alberi e piccole Dolomiti” è un anello incastonato tra alberi secolari e sorgenti di acqua pura e termale a Recoaro, circondato dalla Conca di Smeraldo: una valle a forma di anfiteatro sormontata dalla corona di montagne che si stagliano su un cielo alpino.
La forza e la tenacia dell’uomo riecheggiano ancora sulle alte valli vicentine. Le tracce della Grande Guerra hanno molto da raccontare, tra grandi prati e malghe d’alpeggio, boschi di abeti e panorami a strapiombo. Per questo è perfetto percorrere il circuito “le fortificazioni del Toraro”.
Per rimanere in tema storico, attraverso “L’Altopiano della Grande Guerra” si può fare un tuffo nel ’15-‘18, periodo di cui l’Altopiano dei Sette Comuni è forse il maggior memoriale naturale: cimeli, fortificazioni, trincee e molto altro fanno compagnia all’escursionista, senza interferire con la bellezza del paesaggio.
Ideali per chi pratica trekking a cavallo sono, invece, “i pascoli di Marcesina”, con ampie vedute su paesaggi caratterizzati da verdi pascoli (o distese innevate, a seconda della stagione) che si alternano a fitti boschi e a numerose pozze d’acqua piovana.

“Il Monte sacro alla patria”, ovvero il Monte Grappa, è il luogo in cui nel 1918 l’esercito italiano arrestò l’avanzata del nemico e non può che essere considerato di grande importanza storico-culturale. Il territorio, oltre a musei e monumenti a tema, sa regalare all’escursionista una grande varietà ambientale e paesaggistica su sentieri sicuri e di facile accessibilità. Il circuito “le malghe del Monte Cesen”, massiccio delle prealpi venete, situato a nord-ovest della provincia di Treviso, è perfetto da scoprire con la bella stagione: immersi nel paesaggio del Prosecco Superiore, ammirando la pianura che si estende a valle tagliata dal fiume Piave, si sale verso i pascoli d’alta quota punteggiati da casere, malghe e caseifici d’alpeggio. Nelle “Dolomiti e la Val Belluna” la storia dell’uomo rivive sotto gli occhi tra scavi preistorici, strade romane e castelli fortificati, immersi in un paesaggio naturalistico rigoglioso, con le Dolomiti Bellunesi che fanno da cornice.
Lungo, invece, il percorso “Dal Nevegal al Col Visentin”, ad Alpago, si aprono viste mozzafiato sul versante trevigiano e bellunese. In primo piano si stagliano le Dolomiti Bellunesi, i Monti del Sole e il Gruppo dello Schiara, mentre sullo sfondo svettano la Marmolada, il Civetta e il Pelmo. Infine, con “La foresta della Serenissima”, nel territorio del Cansiglio, ci si immerge in boschi di faggi secolari e abeti, con rododendri, mirtilli, caprifogli, sorbi e sambuchi a fare da sottobosco. L’itinerario regala incontri ravvicinati con branchi di cervi che, nel periodo dell’amore, si riuniscono in questa valle a intonare i loro bramiti.