Edificato nel ‘500, rappresenta un ottimo punto di partenza per una conoscenza approfondita del territorio.
Una visita al colle di San Pancrazio e al suo convento, presidio plurisecolare di fede e di preghiera, è sempre un bel viaggio nell’antropologia di questo territorio.
Con le sue contrade e il suo ambiente, sagomati, si potrebbe dire dipinti, data la bellezza di certi luoghi, dal lavoro dell’uomo, come ancora ci insegna, perché la sua lezione è quanto mai attuale, l’illustre professore Piero Camporesi, esso è una somma di storia della cultura, della religione e dell’economia di quest’angolo dei Berici.
Fedeli a una vocazione ecologica, o almeno di rispetto, ci si dovrebbe avvicinare a questi luoghi o con la bicicletta avendo come vettore guida la ciclabile Vicenza – Noventa e le varie diramazioni laterali, o ancor meglio a piedi lungo la strada o per i numerosi sentieri che si dipanano dai paesi di Barbarano, Mossano ma anche dalla Riviera.
Il convento fu costruito agli inizi del Cinquecento a seguito della donazione fatta nel 1501 dalla comunità di Barbarano ai frati francescani della chiesetta che si trovava sul colle di San Pancrazio. Il chiostro fu completato nel 1699 e ampliata la chiesa, soppresso dalla Repubblica Veneta nel 1768, e dopo alterne vicende, fu riaperto nel 1834. In seguito fu costruito un piccolo cimitero per la sepoltura dei religiosi e fu sistemata la salita S. Pancrazio con l’edificazione della Via Crucis con i 14 capitelli affrescati.
Oggi la chiesa si presenta in forma semplice, secondo il canone architettonico francescano, con facciata in pietra a vista e ampio portale d’ingresso, la copertura a capanna è decorata all’interno con soffitto a cassettoni, il chiostro ha pianta rettangolare con archi a tutto sesto e volte a crociera. Vari affreschi e statue sono a testimonianza della lunga storia del convento che dal 1586 al 1589 ospitò il venerabile p. Antonio Pagani.
Da segnalare nelle vicinanze anche il Palazzo dei Canonici e la chiesa di Santa Maria Assunta.
Dalla ciclabile Vicenza – Noventa si può salire al colle ricoperto di verde da Ponte di Mossano con un largo giro attraverso la località Montruglio e raggiungere prima di tutto Mossano capoluogo. Oppure al semaforo dell’incrocio di Ponte si prende via San Pancrazio che porta direttamente al convento. Altra possibilità, l’uscita proprio alla base del colle, dall’altro lato, nei pressi della trattoria pizzeria “da Tony”, sita proprio all’inizio di via San Pancrazio nell’interfaccia con via Matteotti, dove dal lato sinistro si può ascendere verso il convento lentamente data la pendenza, lungo la Via crucis con i 14 capitelli. A destra della locanda invece, si può imboccare la strada panoramica San Francesco, che conduce allo slargo sulla sommità del colle coronato di pini e cipressi, con le due strade, dove una da un lato porta a Mossano e dall’altro direttamente al Convento. Per chi arriva in auto e vuol godersi una passeggiata nel verde, c’è una notevole scelta tra i vari sentieri, sia che si decida di partire da Barbarano oppure da Mossano.
Giova qui segnalare almeno alcune emergenze architettoniche e culturali di rilievo del paese di Barbarano che alcuni anni fa ha depositato il logo di “Perla dei Berici”.
Nella piazza centrale si erge la parrocchiale di Santa Maria Assunta, eretta nel 1747 su una preesistente antica pieve anteriore la Mille, dove vi officiavano i Canonici, chierici e presbiteri che vivevano in comunità. La loro residenza, l’edificio denominato “Palazzo dei Canonici” inserito catalogo “Meraviglie d’Italia”, fino ai primi anni ’60 del secolo scorso fu canonica della parrocchia di Barbarano. Dopo un periodo di abbandono, qualche decennio fa, è stato restaurato e destinato a sede della biblioteca comunale e ad altre funzioni culturali come mostre e conferenze.
La chiesa parrocchiale conserva notevoli capolavori d’arte, ed collegata con una struttura in cemento e vetro che costituisce il museo parrocchiale. Altro edificio di rilievo, salendo sulla strada verso Villaga sulla sella del monte si trova Villa Godi -Marinoni, altrimenti nota anche come il Castello, derivante dal fatto che sorge su una antica costruzione medievale, probabilmente una torre di quella linea fortifi cata che coronava tutti i paesi della pedemontana berica, realizzata dai nobili Maltraversi signori di Vicenza.
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