«Sul convento di Bassano sarà il capitolo provinciale a decidere se andare avanti o chiudere. Le cose non sono già stabilite, è un cantiere aperto». A dirlo è il segretario generale della Provincia veneta dei Frati minori cappuccini, fra’ Claudio Martinello.
Il timore per la chiusura del convento si è diffusa tra i frequentatori più assidui della struttura, è giunta all’orecchio di qualche rappresentante politico (l’assessore regionale Elena Donazzan in primis) e in poco tempo è esplosa sui media locali. È stata anche avviata una raccolta di firme per mantenere aperta la struttura. La verità è, però, che una decisione in questo senso non è stata presa e che il futuro del convento, al pari di altri presenti nelle tre regioni del Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), verrà discusso nel corso del capitolo che inizierà alla fine di febbraio.
«Al pari di altre congregazioni religiose, anche noi dobbiamo fare i conti con l’età dei frati, il calo delle vocazioni e l’aumento dei costi per la gestione dei conventi».
Ad oggi, la provincia veneta dei frati minori cappuccini conta 24 conventi e 241 frati, «la metà dei quali ha più di settant’anni – spiega fra’ Claudio Martinello -. Al pari di altre congregazioni religiose, anche noi dobbiamo fare i conti con l’età dei frati, il calo delle vocazioni e l’aumento dei costi per la gestione dei conventi. Dobbiamo pensare al futuro dell’ordine, le soluzioni non si inventano sul momento ma occorre parlare e discutere. Quella di Bassano non è l’unica situazione sulla quale occorre vedere cosa si può fare. Sarà il capitolo provinciale a pronunciarsi sulle scelta di andare avanti o di chiudere. Le cose non sono già decise, è un cantiere aperto».
I criteri che di solito vengono presi in considerazione per prendere decisioni sul futuro dei conventi sembrano confortare quanti sperano che la presenza dei frati nel bassanese abbia una continuità. «Abbiamo sempre avuto attenzione alle nostre presenze nelle varie Diocesi», spiega fra’ Claudio sottolineando implicitamente che ad oggi quella di Bassano è l’unica presenza dei frati minori cappuccini in Diocesi di Vicenza. «Un altro criterio è il servizio eccelsiale che possiamo offrire», aggiunge il segretario provinciale, che però non nasconde come questi criteri vadano accompagnati alla disponibilità di frati e ai costi per il mantenimento dei conventi. «Occorre fare le cose con la testa e con lo sguardo rivolto in avanti – ribadisce fra’ Claudio -. Se è possibile, il convento rimarrà aperto. Ma i desideri sono in cielo, i piedi per terra».
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