Con il più famoso percorso di Santiago de Compostela ha in comune la possibilità di essere percorso a tappe e la “credenziale”.

Con il più famoso Cammino di Santiago ha in comune la possibilità di essere percorso a tappe e la ‘credenziale’, un documento che identifi ca il viandante come pellegrino e non un semplice turista, con la possibilità di timbrarla e di usufruire di alcuni servizi a prezzi agevolati nelle strutture convenzionate. Anche se il percorso di circa 80 chilometri che attraversa i Colli Euganei e i Colli Berici è molto più breve di quello spagnolo, il Cammino di Adelaide ha il vantaggio di essere a portata di mano (forse meglio dire di piede) per i veneti e in particolare per i vicentini. È nato sulla direttrice di una delle più importanti vicende storiche, quella legata all’Imperatrice e Santa Adelaide di Borgogna. Venerata dalla chiesa cattolica, Adelaide è ricordata come cristiana esemplare, soprattutto per il grande amore verso i più poveri e gli emarginati. La sua festa ricorre, assieme a quella di altri santi, il 16 dicembre giorno della sua morte avvenuta nell’anno 999 in Francia. Fu canonizzata da Urbano II nel 1.097.
Preferito soprattutto da un pubblico femminile, è lungo 80 km e si può considerare una traversata dai Colli Euganei a quelli Berici.
Il Cammino di Adelaide è un percorso storico ricostruito dal lavoro di JuanFrancisco Anchel Arribas, che in cinque anni ha attrezzato l’itinerario invitando le aziende locali e le amministrazioni a sostenere l’iniziativa. Dal 2018 il percorso è entrato a far parte dell’associazione culturale EcoProspettive che con i suoi volontari lo mantiene in ordine e continua a convenzionare le diverse attività per offrire un’esperienza importante dalpunto di vista culturale e paesaggistico. L’itinerario è stato ricostruito a partire da una vicenda accaduta più di mille anni fa, documentata da diverse testimonianze storiche che sono state catalogate per ricreare l’itinerario originale della giovane e colta regina. Si narra che Adelaide, nel suo percorso dall’Europa centrale verso est in fuga dai suoi persecutori e in particolare da Berengario II del Friuli, essendosi lei rifiutata di sposarne il figlio, passò anche per i territori della pianura padana e trovò rifugio per qualche tempo in quello che oggi è conosciuto come Eremo di San Cassiano. L’impatto di questa giovane donna sulla società dell’epoca fu grande: grazie al suo coraggio e alla sua determinazione, è ancora oggi considerata un personaggio di riferimento per la condizione femminile nei secoli. E forse è anche per questo che la maggior parte dei pellegrini e degli escursionisti che lo frequentano sono donne.

Questo itinerario veneto si può considerare una traversata dai Colli Euganei ai Berici ed è adatto a tutti gli escursionisti, anche alle famiglie conbambini dai 12 anni. Un percorso storico naturalistico che attraversa i colli patavini, prosegue nella Riviera Berica e raggiunge la meta all’Eremo di San Cassiano a Lumignano di Longare. Un percorso della lunghezza di 63 o di 80 chilometri a seconda delle varianti, che può essere fatto in tutte le stagioni. È considerato una nuova proposta per il turismo sostenibile nella nostra regione e per conoscere un territorio che in tempi passati ospitò le vicende di un importante personaggio storico. Lungo il cammino si trovano alloggi, ristoranti, monumenti e musei con prezzi agevolati per i possessori della credenziale. Idealmente il percorso si può dividere in quattro tappe, tra la provincia di Padova e quella di Vicenza. Nella prima tappa, che inizia dal piazzale antistante al comune di Due Carrare, i punti di maggior interesse sono l’Abazia di Santo Stefano (con una possibile variante per visitare il borgo medievale di Pontemanco), l’oratorio della Santissima Trinità nel comune di Pernumia e la villa Emo nel comune di Monselice. Nella seconda tappa si inizia ad orientarsi grazie ai segnavia del cammino e in questo tragitto i punti di interesse principale sono il monastero Camaldolese del Monte Rua a Rocca Pendice nel comune di Teolo, la chiesetta di San Antonio Abate inclusa nei resti di un monastero benedettino del XIII secolo e la vicina grotta di Santa Felicita, un anfratto naturale che ospita una delle sorgenti d’acqua più elevate dei Colli Euganei. Secondo la tradizione, tra l’VIII e il IX secolo vi abitò Santa Felicita, che avrebbe rinunciato ad agi e ricchezze per condurre in questo luogo una vita eremitica. Le sue spoglie vennero sepolte nella Basilica di Santa Giustina a Padova e si diffuse una devozione popolare nei suoi confronti. Con la terza tappa del cammino si entra in territorio vicentino nel comune di Albettone: qui i punti di maggiore interesse sono il complesso storico architettonico di Sajanega e le grotte di San Donato nel comune di Villaga.
La quarta tappa, tutta in territorio basso vicentino, offre diversi spunti diinteresse, alcuni dei quali sono anche meta di escursioni specifiche: la valle dei Mulini a Mossano, la grotta di San Bernardino e il punto di arrivo di tutto il cammino, l’Eremo di San Cassiano. Lungo questa tappa chi volesse può fare una deviazione nei pressi della fontana di San Giovanni per vedere il punto panoramico sopra Barbarano. Un’altra possibile deviazione è la discesa panoramica su via Cognola: verso la fine della via si trova un capitello e qualche metro più avanti l’imbocco d’un sentiero che permette di salire fino alla necropoli di tombe longobarde scavate nel calcare. Una menzione speciale la merita la grotta, il sito archeologico più antico del vicentino dove sono state rinvenute tracce dell’Uomo di Neandertal risalenti ad oltre 200.000 anni fa. Il nome della grotta si riferisce alla frequentazione quattrocentesca del luogo da parte di San Bernardino da Siena. Infine San Cassiano, un luogo speciale che merita una trattazione a parte.
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