Vicenza

Apre CasAgendo2 in contrà Corpus Domini. «Vera autonomia per le persone con sindrome di Down»

L'appartamento è al piano terra a destra

Due, massimo tre ragazzi-adulti con sindrome di Down che vivono insieme. Si prendono cura di se stessi. Pagano l’affitto. Autonomia pressoché totale. Gli educatori in media passano a trovarli 12 ore la settimana. Pochissimo. “Hai fatto la lavatrice? Con la spesa tutto a posto? Beviamoci un caffè insieme che mi racconti. Ciao, buona giornata”. 

Utopia? No. A Pordenone, per 24 ragazzi seguiti dalla Fondazione Down, tutto questo è possibile. «E sarà così anche a Vicenza». Ne è convinto Gaetano Povolo, 53 anni, medico, già presidente per nove anni di Agendo, associazione dei genitori di bambini, ragazzi e adulti  con sindrome di Down, prima di passare il testimone a Luciana Soliman. Lo incontriamo davanti a CasAgendo2, un appartamento di 60 metri quadrati in contrà Corpus Domini 14, zona San Rocco, in centro storico, che viene domani, sabato 22 aprile, alle 11. Cucina, due camere da letto, bagno. Sopra e di lato appartamenti abitati da quattro vecchiette ultranovantenni.

Gaetano, chi vivrà in Casagendo2?

«Ospiterà 2, 3 dei nostri ragazzi. Chi se la sentirà e sarà in grado di vivere in autonomia. L’appartamento sarà abitabile tra un mesetto. Era fatiscente, di proprietà dell’Ipab che ce l’ha affittato a circa 100 euro al mese. L’abbiamo ristrutturato grazie al contributo del Rotary di Arzignano-Valdagno e alla generosità di uno dei suoi soci, l’impresario edile De Facci che si è appassionato al progetto. È un esempio di “abitare generativo”, nel quale credo molto: quanti appartamento sfitti di istituzioni ed enti ci sono a Vicenza? Abbiamo fatto rivivere un immobile che era chiuso da 10 anni. Per e con i Down. Perché no? C’è qualcosa di più bello?».

A pochi passi da qui c’è Casagendo1, un altro vostro appartamento, inaugurato nel 2017.

«Quello è la “palestra”. Ogni anno ospita una quarantina di ragazzi e adulti a rotazione, con un educatore 24 ore su 24. Chi per un giorno, chi per un fine settimana, chi per una settimana intera, in base alle possibilità. La porta è aperta a tutti, gravi, meno gravi. In questo senso sono molto ecumenico. Tutti devono provarci pur riconoscendo che chi ha un livello di sindrome grave non riuscirà mai a vivere un’autonomia piena, ma è comunque un modo per dare sollievo alle famiglie. CasAgendo1 è un immobile del Comune. Con le tasse paghiamo circa 20 euro al mese».

La scelta dell’affitto ha un significato preciso.

«Il giovane o adulto che vivrà in CasAgendo2 dovrà sentire che quella è anche casa sua. Contribuirà economicamente. Ogni maggiorenne con sindrome di Down riceve una pensione di invalidità di circa 1200 euro al mese. Non sono pochi. Sarà inserito in un quartiere, in una comunità. È un cittadino come tutti gli altri e, in questo caso, contribuirà a dare una mano all’Ipab. Non ci si sente davvero parte di una società se non si contribuisce anche economicamente».

Anche l’abitare appartamenti in centro è stata una scelta precisa.

«Perché segregarli in qualche appartamento in provincia? Se abitano in centro possono muoversi a piedi ed essere davvero autonomi».

Pordenone in tema di “autonomia abitativa” di persone con disabilità fa scuola. 

«Se noi siamo la facoltà di fisica dell’Università di Padova, loro sono il Cern, in Svizzera. I loro ragazzi sono superDown. La Fondazione Down ha sette appartamenti diffusi in città con 24 giovani che vivono in totale autonomia. La media oraria di presenza degli educatori ogni settimana è di 12 ore, praticamente nulla».

Ci arriverete anche voi?

«Bisogna» 

E gli altri? Chi non è in grado di vivere in autonomia non rimane indietro^?

«Vedere un ragazzo con sindrome di Down prendere il tram, comprare il pane, girare autonomamente per la città giova a tutti. CasAgendo2 farà da traino per gli altri. È una questione di immagine. Sa la cosa più bella che mi è successa? Ero alla sagra di Sant’Andrea qualche anno fa. Mi sento battere la spalla. “Lei è quello di CasAgendo? I suoi “tosi” abitano davanti a me – mi dice un signore -. Se all’inizio ero un po’ preoccupato, quasi infastidito, oggi mi fa piacere. Ho cominciato a conoscerli, sono fortissimi. La vietta dove abito è cambiata”. I ragazzi con sindrome di Down che vivranno qui a CasAgendo2 scriveranno una nuova pagina a Vicenza che fa bene a tutti: ai ragazzi disabili, alle famiglie, alla comunità, alla società intera».

Marta Randon

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