Tre chilometri di passeggiata nel centro storico della cittadina tra chiese ed angoli pittoreschi.
Un territorio diviso tra le montagne e la pianura, ricco di storia e scorci naturalistici. Un centro storico che ricorda le grandi città del Veneto, angoli pittoreschi come la scalinata dei Carmini, via Rialto e la suggestiva passeggiata che conduce al Castello Superiore. Siamo a Marostica, dove grazie a un itinerario semplice di circa tre chilometri di percorrenza si può scoprire il cuore della città. Un buon punto di partenza può essere Campo Marzio, a nord est di Porta Bassano, ampio spazio verde alberato che durante l’età veneziana divenne il luogo delle esercitazioni e delle rassegne dellemilizie locali della Serenissima.
Campo Marzio è sempre stato ed è tuttora il punto di arrivo, di sosta e di partenza della transumanza da e per l’Altopiano dei Sette Comuni. Da qui si prosegue verso piazza Ortigara, attraverso via Due Rogge, per giungere via Beato Lorenzino ed entrare nel borgo medievale. Si incontra l’ex chiesa e monastero di San Gottardo che ha ospitato il primo ospedale cittadino gestito dalle Agostiniane. Altro punto d’interesse lungo questo percorso è la chiesa di Santa Maria Assunta, più antica testimonianza di fede cristiana in città. Risale con ogni probabilità al VIII secolo ed è stata oggetto di un radicale intervento di ricostruzione e ampliamento negli ultimi anni delSeicento grazie a don Gaspare Ghirardelli. Il suo campanile, costruitonel 1711, è arricchito da una meridiana e da un orologio del 1727 a opera di Bartolomeo Ferracina.
Punto di partenza e d’arrivo è Campo Marzio, a nord est di Porta Bassano, ampio spazio verde alberato.

Superata la pieve, si passa di fronte alla casa natale di Prospero Alpini, medico e botanico vissuto tra la seconda metà del Cinquecento e i primi anni del Seicento, noto per aver fatto conoscere il caffè alla Repubblica Veneziana contribuendo a diffondere la bevanda in tutta Europa. Prospero Alpini era molto legato alla sua città d’origine tanto da fregiarsi sempre dell’appellativo di “marosticensis”. Mantenendo la destra si entra nella città murata e con una piccola deviazione si può fare tappa alla chiesetta di San Marco eretta nel 1450 nel luogo in cui vi era un edifi cio contenente un “mangano”, ovvero una macchina da guerra in grado di lanciare pietre e materiale incendiario durante gli assedi. Restaurata alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, ora è adibita a sala polivalente comunale. Se si riprende il percorso principale e si imbocca via Calesello procedendo verso la parte alta della città, si raggiunge la chiesa di Sant’Antonio Abate che le fonti storiche fanno risalire all’età del dominio scaligero (1311-1387). Alle origini la chiesa presentava una struttura modesta e le documentazioni fanno riferimento all’esistenza di un piccolo convento dei francescani accanto. Fino alla sua erezione in chiesa parrocchialenel 1930 era secondaria a quella arcipretale di Santa Maria. Dalla chiesadi Sant’Antonio si può salire anche alla chiesa e all’oratorio della Madonna del Carmine, edificati per volere della comunità tra il 1618 e il 1619 su esortazioni di padre Giuseppe Faenza. Ci troviamo nella zona che i marosticensi chiamano “strade alte”. Da qui si prosegue sul sentiero panoramico del Colle Pausolino all’interno del parco “Giacomo Salin” fino ad arrivare al Castello Superiore. Raggiunta la “cima” si può godere di uno dei panorami piùsuggestivi di tutta la Pedemontana: a est la pianura con sullo sfondo il gruppo del Grappa, a sud i Colli Berici ed Euganei, a ovest le Piccole

Dolomiti e a nord l’Altopiano di Asiago. Scendendo la strada asfaltata attraverso la Porta Est del Castello si può raggiungere il Museo Ornitologico, con i suoi 1.800 esemplari di uccelli perfettamente conservati e provenienti dalla collezione di Massimino Dalla Riva che è stata classificata tra le più bella d’Europa.Dal parcheggio del museo il tragitto principale continua prendendo a destra l’antica strada dei Frati, a tratti selciata, che conduce al Colle Pauso e all’ex convento dei Santi Fabiano e Sebastiano, complesso oggi in rovina che ospitò un primo insediamento benedettino documentato al 1259. Il complesso alle origini era di modeste dimensioni. Successivamente venne ampliato: al 1640-1645 risalgono i due chiostri porticati con volta a crociera. Vennero ampliati il corpo a sud e la chiesa e fu sopraelevato il campanile. Nel corso del Settecento la chiesa, che era a due navate, venne ingrandita a nord con un’ulteriore cappella e raggiunse il numero di ben otto altari.Dopo la soppressione napoleonica del convento (1810), iniziò la progressiva rovina della chiesa (di essa ci rimangono alcune tracce dell’abside con fornice a sesto acuto), dei chiostri e del campanile, crollato, a causa di un fulmine, nel 1936. Imboccando ilsentiero Valdibotte si ritorna in breve tempo a Campo Marzio, mentre proseguendo diritti si percorre la parte Nord del Pauso e si procede in discesa verso est fino all’incrocio con via Convento. Da qui, si ritorna in Piazza Ortigara e poi al punto di partenza.
Commenta