Il prossimo anno ricorrono 200 anni dalla morte dello scultore.
Nel 2022 ricorreranno i 200 anni dalla morte di Antonio Canova e sono già diverse le iniziative in programma per promuovere la conoscenza delle opere e dei luoghi e dello scultore. In attesa di poter partecipare a questi percorsi strutturati è già possibile andare alla scoperta del massimo scultore esponente del neoclassicismo. Una scoperta che parte da Possagno, in provincia di Treviso, paese d’origine di Canova.

Le più importanti testimonianze come sculture, rilievi, bozzetti, dipinti, si trovano oggi nella sua casa natale e nell’adiacente Museo Gypsoteca allestito nella basilica costruita dall’architetto veneziano Francesco Lazzari e nell’ampliamento progettato da Carlo Scarpa. In questo spazio, nel pieno centro del piccolo paese, sono stati trasferiti, fin dal 1829, tutti i modelli in gesso che si trovavano nello studio romano al momento della morte dell’artista per volere del fratellastro Giovanni Battista Sartori Canova. Si tratta di una raccolta completa dei modelli originali creati da Canova, dai quali sono state realizzate le opere ammirabili ora nei più importanti musei di tutto il mondo. Tra i numerosi e significativi modelli ammirabili in Gyspoteca l’Ermione dormiente, Adone inghirlandato da Venere, Grazie, Dedalo e Icaro e il Monumento funerario a Maria Cristina d’Austria.
Dalla Gypsoteca attraverso un porticato si arriva alla seicentesca casa natale di Canova che lui stesso ristrutturò aggiungendo la Torretta e la Sala degli Specchi, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Nella camera in cui nacque ora è possibile ammirare il dipinto di Thomas Lawrence (info: www.museocanova.it).
Le più importanti testimonianze della sua attività artistica si trovano nella casa natale di Canova e nel vicino Museo Gypsoteca.

A pochi passi dalla sua casa d’origine e alla Gypsoteca, si erge il Tempio Canoviano, un imponente monumento neoclassico che l’artista progettò e che volle donare al suo paese, dove oggi è collocata la sua tomba. Per la progettazione del Tempio, iniziato nel 1819 e concluso nel 1830, Canova prese ispirazione dal Pantheon di Roma e dal Partenone di Atene. Il Tempio è composto da due elementi principali: una grande rotonda con una cupola aperta verso il cielo, simbolo della caverna che rappresenta il mondo nella sua globalità e, tutto intorno, un portico a doppio colonnato che rappresenta il bosco sacro. Tutti gli elementi possono essere ricondotti alla filosofia greca e romana classica che porta a unire il cielo e la terra. Al suo interno sono conservate numerose opere di pregio: da una tela di Luca Giordano raffigurante San Francesco di Paola alla pala con la Deposizione di Canova sull’altare maggiore passando per una tela attribuita ad Andrea Vicentino raffigurante la Madonna in Gloria e quattro santi.
Possagno, però, è noto anche perché rientra in uno degli itinerari dedicati alla Grande Guerra.
Su questa zona, infatti, sono numerose le testimonianze che ricordano i tristi episodi del conflitto come la grande croce posta a sud del Monte Pallon nel 1925 che sovrasta il paese e che ricorda i caduti. Ogni località di Possagno, inoltre, conserva la sua piccola chiesa come quella di Santa Giustina che stando alle fonti disponibili risulta anteriore al XII secolo. Dallo stile molto lineare è affiancata da una casa che per secoli è stata abitazione di eremiti. Oppure la chiesa di San Rocco, a ovest del Tempio Canoviano, dedicata al patrono del paese protettore dei pellegrini e degli appestati. A questa chiesetta vi si arriva percorrendo una salita fiancheggiata da dei capitelli della Via Crucis donati nel 1909 da Papa Pio X.

Da Possagno a Bassano.
Nell’ambito del calendario delle celebrazioni per i 200 anni dalla morte di Antonio Canova, Bassano promuove un’importante iniziativa di recupero del patrimonio canoviano custodito in città. Dai depositi del Museo Civico riemerge il gesso di Ebe, scultura gravemente danneggiata dai bombardamenti che colpirono il museo nel 1945. Il cantiere del restauro di Ebe sarà aperto a tutti e si svolgerà nel Salone ‘600—‘700 del Museo Civico. Il pubblico potrà seguire i lavori anche attraverso i profili social ufficiali dei Musei Civici (Facebook e Instagram) dove, in speciali dirette, si approfondirà il percorso di restauro. Per info: 0424.519901.
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